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Attualità
30.07.2025 - 14:36
Foto di repertorio
Con una lettera aperta pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet, l’Università di Padova lancia un forte appello alla comunità internazionale accademica e sanitaria: “Rompere il silenzio selettivo sul genocidio in corso a Gaza”. L’iniziativa, promossa dal docente Roberto De Vogli, del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, ha già ottenuto oltre 3.300 adesioni da tutto il mondo accademico e medico.
Il documento – firmato anche da Jonathan Montopoli (ospedale Infermi di Rimini), Ghassan Abu-Sittah (Università di Glasgow) e Ilan Pappé (Università di Exeter) – chiede alle principali istituzioni sanitarie, accademiche e professionali di esprimere una presa di posizione pubblica, netta e documentata su quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza.
Secondo De Vogli, membro anche del Centro Diritti Umani dell’Ateneo patavino, i dati raccolti parlano chiaro:
oltre 720 attacchi documentati contro strutture sanitarie,
125 strutture colpite,
34 ospedali danneggiati o distrutti,
186 ambulanze colpite.
A questo si aggiungono una grave crisi alimentare, il rischio concreto di carestia e una drastica riduzione dell’aspettativa di vita alla nascita, che nel 2024 sarebbe calata di circa 35 anni per la popolazione di Gaza.
La lettera denuncia un fenomeno definito “silenzio selettivo”, cioè la tendenza di molte istituzioni sanitarie e accademiche a non esporsi pubblicamente su Gaza, in netto contrasto con la prontezza mostrata nel condannare altri conflitti, come quello in Ucraina. “Un doppio standard che mina l’universalità dei diritti umani”, scrivono gli autori.
L’iniziativa ha già sortito effetti importanti: tre delle più influenti organizzazioni internazionali del settore – l’Alleanza Europea per la Sanità Pubblica (EPHA), l’Associazione Europea per la Sanità Pubblica (EUPHA) e la Federazione Mondiale delle Associazioni di Sanità Pubblica (WFPHA) – hanno risposto pubblicando una dichiarazione congiunta che riconosce formalmente il genocidio in atto.
L’Università di Padova si conferma così al centro del dibattito globale sui diritti umani e l’etica della responsabilità accademica. La lettera, oltre a chiedere un cambiamento di tono, sollecita azioni concrete da parte di tutte le istituzioni che si occupano di salute pubblica e giustizia sociale.
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