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Nutrie, allarme in provincia di Padova: 1.500 esemplari rimossi nel primo semestre

La Regione stanzia 500mila euro e punta sui Consorzi di Bonifica per il contenimento

Nutrie, allarme in provincia di Padova: 1.500 esemplari rimossi nel primo semestre

Foto di repertorio

L’emergenza nutrie è al centro delle strategie provinciali e regionali per la sicurezza idraulica e ambientale. Si è svolto ieri, 31 luglio, nella sede della Provincia di Padova alla Stanga, un incontro tecnico operativo dedicato all’attuazione del Piano Regionale di Controllo della Nutria, alla presenza di amministratori locali, consorzi di bonifica, forze dell’ordine, associazioni di categoria e funzionari regionali.

La riunione ha fatto il punto sulle attività di contenimento del roditore invasivo che da anni causa danni alle colture, agli argini fluviali e alla sicurezza stradale, specialmente nelle aree dell'Alta e della Bassa padovana.

Un piano sperimentale per affrontare un problema dilagante

Durante l’incontro, l’assessore regionale alla Caccia e Pesca Cristiano Corazzari ha illustrato i contenuti della convenzione sperimentale tra Regione del Veneto e Consorzi di Bonifica, attiva fino al 31 dicembre 2025. Il progetto prevede un finanziamento iniziale di 500.000 euro, parte di un piano triennale da 1,5 milioni di euro. I Consorzi assumono un ruolo centrale nella lotta alla nutria, essendo responsabili della manutenzione dei corsi d’acqua e degli argini, habitat naturali del castoride sudamericano.

I numeri dell'intervento

La Provincia di Padova, tramite la propria Polizia Provinciale, gestisce circa 300 operatori volontari autorizzati al controllo delle nutrie. Solo nei primi sei mesi del 2025, grazie a catture mirate con gabbie, sono stati rimossi 1.500 esemplari.

A coordinare le azioni è Eleonora Mosco, consigliere provinciale con delega alla Polizia Provinciale, che ha evidenziato l’urgenza del problema:

«Serve un’alleanza istituzionale tra Regione, Province e Consorzi: la nutria è una minaccia concreta per l’agricoltura, per l’ambiente e per la sicurezza dei cittadini. I numeri degli abbattimenti sono rilevanti, ma ancora insufficienti rispetto alla capacità riproduttiva della specie».

Un problema in crescita

La nutria è ormai presente in tutto il Veneto, ad eccezione del Bellunese. Il suo ciclo riproduttivo elevatissimo – con circa 14 cuccioli per femmina all’anno – e la scarsa mortalità naturale rendono difficoltoso il contenimento. Il suo impatto si misura anche a livello idrogeologico: le gallerie scavate nelle sponde indeboliscono la tenuta degli argini, aumentando i rischi in caso di forti piogge o alluvioni.

Il ruolo chiave dei Consorzi

Con la convenzione regionale, i Consorzi di Bonifica diventano soggetti attuatori privilegiati del piano: coordinano le squadre di operatori, gestiscono lo smaltimento delle carcasse e raccolgono dati fondamentali per monitorare la diffusione della specie. Inoltre, grazie a contributi specifici ai volontari, si punta ad aumentare l'efficacia degli interventi sul campo.

«È evidente – ha concluso Corazzari – che serve un salto di qualità nel contrasto alla nutria. L’impegno economico della Regione e la sinergia tra enti vanno in questa direzione».

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