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Emergenza abitativa, Castelfranco fa squadra: aiuti mirati per chi è in difficoltà

Il Comune rafforza il suo impegno per l’inclusione: case solo a chi è pronto a costruire un percorso di autonomia

Emergenza abitativa, Castelfranco fa squadra: aiuti mirati per chi è in difficoltà

Foto di repertorio

Di fronte a un problema che tocca direttamente la dignità delle persone, l’Amministrazione comunale scende in campo con una linea chiara: aiutare sì, ma con responsabilità e trasparenza. Il tema dell’emergenza abitativa, emerso anche in occasione di recenti casi di cronaca locale, è stato al centro della Giunta comunale, con un’informativa dettagliata curata dall’assessore ai Servizi sociali Oscar Miotti.

L'obiettivo dichiarato è quello di sostenere chi si trova in difficoltà, ma solo all'interno di un percorso che promuova autonomia, consapevolezza e inclusione. Non basta chiedere una casa, serve dimostrare di voler ricominciare, con un progetto sociale concreto e un impegno condiviso.

Marcon: “Sosteniamo chi vuole davvero ripartire”

“Una casa non è solo un tetto – sottolinea il sindaco Stefano Marcon – è un punto di partenza verso un’esistenza più dignitosa e indipendente. Lavoriamo con rigore e umanità per offrire strumenti reali a chi desidera ricostruire la propria vita. Ringrazio gli operatori del Servizio Sociale, che ogni giorno affrontano con discrezione un lavoro tanto delicato quanto fondamentale per la nostra comunità”.


Assegnazioni basate su criteri oggettivi e senza scorciatoie

Le assegnazioni degli alloggi di emergenza non avvengono in modo automatico o sulla base di pressioni esterne. I criteri sono chiari: assenza di alternative abitative reali, fragilità economica documentata, presenza di almeno una fonte di reddito e, soprattutto, la volontà di intraprendere un percorso di crescita. Nessuna scorciatoia, nessuna preferenza. A vigilare sull’intero processo sono il Comune, il Servizio Sociale, l’Azienda per l’Edilizia Economica e Popolare (AEEP) e i responsabili di servizio.


Miotti: “Serve responsabilizzazione, non assistenzialismo”

“Spesso il problema – spiega l’assessore Miotti – non è solo l’assenza di una casa, ma una gestione errata delle risorse familiari. Ci troviamo davanti a famiglie che non riescono a sostenere affitti minimi per mancanza di educazione finanziaria o progettualità. La nostra linea non è quella dell’assistenzialismo, ma della responsabilizzazione: aiutare, sì, ma solo se c’è l’intenzione di costruire una vera autonomia”.

Case popolari: 233 domande ammesse, in arrivo la graduatoria

È in fase conclusiva anche l’iter per l’assegnazione degli alloggi popolari: su 245 domande presentate, 233 sono state ammesse. Sei i ricorsi attualmente in esame. L’assegnazione seguirà scrupolosamente l’ordine di graduatoria, valutando la composizione dei nuclei familiari e la disponibilità effettiva degli alloggi. Come previsto dalla normativa, la graduatoria resterà impugnabile entro sessanta giorni davanti al TAR, a tutela della trasparenza dell’intero procedimento.

Una casa come strumento, non come diritto automatico

Con un recente provvedimento, il Comune ha definito un protocollo operativo condiviso, per garantire equità e fiducia nelle istituzioni. “L’abitazione – ribadisce l’amministrazione – non è un premio, ma uno strumento di supporto inserito in un progetto sociale strutturato. Non si danno case per rispondere a pressioni o emozioni del momento, ma per accompagnare persone realmente disposte a mettersi in gioco”.

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