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“Per fortuna non sono disabili”: bufera a Piovene Rocchette. Il CNDDU chiede un cambio culturale

Il Coordinamento Nazionale Docenti di Diritti Umani interviene sull’infelice frase dell’assessore Toniolo

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Foto di repertorio

Scoppia la polemica a seguito di una frase pronunciata dall’assessore comunale Francesco Toniolo durante una recente seduta del Consiglio Comunale di Piovene Rocchette. Parlando dell’inaccessibilità della sede del coro cittadino, l’assessore ha dichiarato: «Per fortuna i cantanti non sono disabili». Una frase che, seppur seguita da una rettifica, ha suscitato l’indignazione di molti, tra cui il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU), che è intervenuto pubblicamente condannando il messaggio implicito contenuto nelle parole dell’amministratore.

In un comunicato ufficiale, il CNDDU riconosce che l’intenzione dell’assessore non fosse deliberatamente offensiva, ma sottolinea con forza come le espressioni usate nel dibattito pubblico — specialmente da chi ricopre incarichi istituzionali — abbiano un impatto culturale e simbolico profondo.

“Le parole non sono neutre — si legge nella nota — soprattutto in un contesto democratico. Ogni affermazione contribuisce a modellare la percezione collettiva della normalità, dei diritti e dell’inclusione”.

L’intervento del CNDDU è ancor più deciso in quanto l’episodio è avvenuto nel corso della discussione sul PEBA (Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche), uno strumento essenziale per garantire accessibilità e pari opportunità ai cittadini con disabilità. Proprio per questo, la frase viene letta come un segnale preoccupante di quanto ancora manchi, anche tra i rappresentanti pubblici, una piena consapevolezza della centralità del linguaggio inclusivo.

Secondo i docenti del CNDDU, inclusione non significa solo costruire rampe e ascensori, ma promuovere un cambiamento culturale profondo, a partire dalle parole.

“Le disabilità non sono condizioni da evitare né da compatire. Sono parte della complessità dell’esperienza umana. Un linguaggio rispettoso è parte integrante della cittadinanza attiva e della legittimità istituzionale”, dichiara il Coordinamento.

Infine, l’appello alle istituzioni locali è chiaro: trasformare l’incidente in occasione di crescita, attraverso momenti pubblici di confronto, corsi di formazione per amministratori e il coinvolgimento attivo di scuole e associazioni impegnate nel campo dei diritti umani.

“Non si tratta di censurare, ma di educare. Le parole contano. E chi rappresenta i cittadini ha il dovere di usarle con consapevolezza”, conclude la nota.

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