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Allarme ambientale
04.08.2025 - 17:50
L'oasi Lycaena tra Salzano e Martellago
Un progetto che rischia di trasformare un’ex cava in un centro logistico con flussi continui di mezzi pesanti, a ridosso di un’oasi naturalistica ricca di biodiversità. È lo scenario che si prospetta a Salzano e Martellago, nel Veneziano, dove torna a far discutere l’ipotesi della realizzazione di un polo per lo stoccaggio di prodotti surgelati in via Villetta, su un terreno acquisito dal Consorzio Scarpa Trasporti (CST).
A sollevare nuovamente l’attenzione sul progetto è la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto, Erika Baldin, che ha presentato un’interrogazione alla Giunta Zaia. «Si tratta di un progetto che non poteva passare inosservato – dichiara – e che ha già suscitato l’allarme di ambientalisti e cittadini, preoccupati per l’impatto sul traffico locale e sulla fragile area dell’oasi Lycaena».
Proprio a difesa dell’oasi, nei primi mesi del 2024 è nato il comitato civico “Fronte dell’Oasi”, che si oppone alla costruzione del polo logistico per motivi sia ambientali che urbanistici. Le preoccupazioni riguardano non solo l’integrità dell’habitat naturale, ma anche la sostenibilità del traffico pesante che attraverserebbe centri abitati con infrastrutture insufficienti.
«Da una parte i capannoni industriali – prosegue Baldin – dall’altra il diritto alla salute, alla conservazione delle zone umide, e all’accessibilità libera dell’area naturalistica. La Regione deve intervenire e chiarire se intende applicare i vincoli previsti dal decreto ministeriale del 1994 sulle attività insalubri, in un territorio già segnato da forte pressione edilizia e carente di servizi pubblici».
Il progetto era stato parzialmente bloccato dalla minoranza consiliare del Comune di Salzano, nonostante il parere favorevole del sindaco Luciano Betteto. Tuttavia, secondo Baldin, nulla esclude che l’iter possa ripartire. A complicare ulteriormente la vicenda, la chiusura temporanea dell’oasi Lycaena, conseguenza della scadenza della convenzione tra la Città Metropolitana e il consorzio NAPEA, che include anche Legambiente. La convenzione, prorogata fino alla fine del 2024, risente attualmente di problemi economici legati a rimborsi non erogati alle associazioni.
«In questo quadro – conclude Baldin – è doveroso chiedersi se le opere di mitigazione previste da CST possano realmente compensare l’impatto previsto. La Regione non può più restare in silenzio: deve chiarire se un simile impianto logistico è compatibile con la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, e se le vie d’accesso all’area siano adeguate a reggere il traffico pesante che inevitabilmente ne deriverebbe».
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