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Anconetta, via ai lavori per il nuovo invaso: 10 milioni per la sicurezza idraulica della Bassa Padovana

Finanziato un progetto strategico da oltre 9,9 milioni di euro

Anconetta, via ai lavori per il nuovo invaso: 10 milioni per la sicurezza idraulica della Bassa Padovana

Foto di repertorio

È stato ufficialmente affidato l’intervento per la realizzazione dell’invaso idraulico “Anconetta”, un’opera cruciale per la messa in sicurezza del territorio tra i Comuni di Sant’Urbano e Santa Caterina d’Este (ex Vighizzolo d’Este), nel cuore della Bassa Padovana. Il contratto, del valore di 9,9 milioni di euro oltre IVA, è stato stipulato nei giorni scorsi e segna l’avvio di uno dei cantieri più attesi nell’ambito del piano regionale di mitigazione del rischio idrogeologico.

L’opera interesserà l’asta fluviale Agno-Guà-Santa Caterina e avrà una capacità di 2 milioni di metri cubi d’acqua, distribuita su un’area di 140 ettari. I lavori inizieranno ad ottobre 2025, con una durata prevista di 427 giorni consecutivi.

A renderlo noto è stato l’assessore regionale alla Difesa del Suolo, Gianpaolo Bottacin, che ha parlato di “un investimento strategico” per la sicurezza del territorio.

“Ridurre il rischio di allagamenti legati a rotte arginali è una priorità – ha sottolineato – e quest’opera porterà benefici tangibili soprattutto nel tratto del Gorzone a monte della botte a sifone Tre Canne e nella confluenza con il canale Santa Caterina.”

Un’opera complessa per una funzione essenziale

Il progetto prevede il ripristino funzionale del bacino di laminazione dell’Anconetta, attraverso la costruzione di nuove infrastrutture idrauliche:

  • un nuovo manufatto di derivazione dal Fratta-Gorzone;

  • il potenziamento della botte a sifone Tre Canne;

  • un nuovo scarico presso l’idrovora Anconetta;

  • e uno sfioro di emergenza per la gestione delle piene a monte dell’idrovora.

L’obiettivo è quello di creare una “cassa” naturale in grado di assorbire le ondate di piena durante eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti con il cambiamento climatico.

Una rete di protezione diffusa

Il finanziamento dell’opera è frutto della sinergia tra fondi regionali e nazionali, e si inserisce all’interno di una strategia più ampia che coinvolge l’intero Veneto.

“Questo invaso è solo una parte di un mosaico molto più ampio – ha spiegato Bottacin – che comprende anche interventi spesso invisibili ma fondamentali: dal consolidamento degli argini ai sistemi di regimazione in montagna, dalle briglie ai sistemi di drenaggio urbano.”

Negli ultimi anni, ha ricordato l’assessore, il Veneto è stato più volte colpito da eventi meteo intensi, ma grazie alla rete di interventi già realizzati, gli effetti al suolo sono stati molto più contenuti rispetto al passato.

“La direzione è quella giusta – ha concluso Bottacin – ma serve continuare su questa strada con decisione e visione a lungo termine.”

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