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Rieducazione in carcere

Intesa tra Comune di Verona e carcere di Montorio per percorsi psico-educativi ai detenuti per reati di genere

Il progetto, attivato attraverso il Centro N.A.V., offrirà sostegno e responsabilizzazione a uomini condannati per violenza sessuale, maltrattamenti e stalking

Il carcere di Montorio

Il carcere di Montorio

La Giunta comunale di Verona ha approvato uno schema di accordo di collaborazione con la Casa Circondariale di Montorio per l’avvio di percorsi psico-educativi rivolti agli uomini detenuti per reati sessuali, maltrattamenti in ambito familiare e atti persecutori. L’iniziativa, proposta dalla vicesindaca e assessora alla Parità di genere Barbara Bissoli, sarà attuata dal Centro N.A.V. - Non Agire Violenza, uno dei servizi antiviolenza del Comune, con l'obiettivo di sostenere il recupero dei detenuti e prevenire la recidiva.

Il progetto prevede un programma strutturato di almeno 60 ore distribuite su 12 mesi, svolto in gruppi di massimo otto persone, attraverso attività individuali e collettive di tipo psico-educativo. I percorsi saranno rivolti ai detenuti che, secondo l’osservazione scientifica della personalità prevista dalla legge, potranno intraprendere un trattamento rieducativo mirato alla responsabilizzazione per gli atti commessi e alla consapevolezza delle conseguenze generate dalla violenza.

Il Comune, in sinergia con la Direzione del carcere, si impegnerà a collaborare attivamente con il personale penitenziario, partecipando alle riunioni del Gruppo allargato di Osservazione e Trattamento (G.O.T.), al fine di monitorare e valutare l’efficacia dei percorsi individuali intrapresi dai detenuti coinvolti.

“Ringrazio la direttrice della Casa Circondariale di Montorio, la dottoressa Bregoli, per aver accolto la proposta del nostro Centro N.A.V. – ha dichiarato la vicesindaca Bissoli –. Con questo accordo il Comune entra concretamente nel percorso di rieducazione dei condannati per violenza di genere, in linea con quanto previsto dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione di Istanbul, che sollecita l’attivazione di programmi di trattamento per autori di violenza”.

L’intesa nasce anche come risposta concreta alle sollecitazioni emerse dal Tavolo del Carcere, coordinato dal Comune e partecipato dal Garante dei Detenuti. “Con questo intervento – conclude Bissoli – portiamo dentro il carcere le competenze maturate dai nostri Servizi Antiviolenza, in un momento in cui il loro percorso di ristrutturazione è ormai ben consolidato”.

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