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Sostegno all'infanzia
11.08.2025 - 16:40
Eleonora Mosco, capogruppo della Lega in consiglio comunale
La decisione dell’assessore Piva di tagliare del 50% i contributi comunali destinati ai nidi privati accreditati ha scatenato dure critiche da parte della Lega, rappresentata da Eleonora Mosco. A partire dal prossimo anno, infatti, il sostegno per ogni bambino passerà da 1.750 a 850 euro, colpendo circa 550 piccoli utenti e costringendo le famiglie a un aumento di circa 80 euro mensili sulle rette.
Le strutture private accreditate, che rispettano gli stessi standard qualitativi dei nidi comunali ma offrono maggiore flessibilità negli orari, inclusi periodi di apertura durante agosto e Natale, rischiano di diventare meno accessibili per molte famiglie. Mosco definisce questa scelta «una tassa sulla pelle delle famiglie», sottolineando come il Comune spenda per ogni bambino nei nidi comunali circa 7.000 euro l’anno, quasi dieci volte di più rispetto a quanto destinato ai nidi privati, con la conseguenza che il peso economico ricade interamente sulle famiglie.
Questo provvedimento sembra andare contro i principi del Sistema integrato 0-6, pensato per garantire a tutti i bambini pari opportunità educative indipendentemente dalla scelta del servizio. Invece, denuncia la Lega, «a Padova si crea una differenza tra bambini di serie A e di serie B». Il taglio arriva in un periodo critico, caratterizzato da un forte calo demografico, quando invece sarebbe necessario potenziare l’offerta educativa per sostenere la natalità e agevolare l’accesso alle scuole dell’infanzia.
Inoltre, le famiglie che scelgono i servizi educativi privati continuano a contribuire con le tasse comunali, e dunque meritano la stessa attenzione e rispetto di chi frequenta i nidi pubblici. La Lega chiede quindi il ritiro immediato della misura, un impegno a destinare eventuali risparmi al potenziamento delle scuole dell’infanzia e l’avvio di un tavolo di confronto con i gestori, anche attraverso la collaborazione con associazioni come la FISM, per definire un piano di investimenti di lungo termine.
Mosco conclude: «Se l’assessore vuole fare cassa, cominci a tagliare i veri sprechi del Comune, non a penalizzare la scuola e i bambini più piccoli».
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