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Pfas nel cantiere Tav di Vicenza, ma l’acqua potabile resta sicura

Attivi filtri avanzati per il trattamento delle acque del cantiere

PFAS

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La presenza di Pfas nelle acque prelevate per il cantiere Tav in zona Stazione a Vicenza non riguarda l’acqua destinata al consumo umano. A rassicurare i cittadini è l’amministrazione comunale, che chiarisce come i contaminanti siano stati individuati in una falda superficiale — tra i 10 e i 15 metri di profondità — utilizzata esclusivamente per esigenze operative del cantiere, e non collegata all’acquedotto pubblico.

 A ulteriore tutela, l’acqua prelevata in superficie verrà filtrata con impianti a carboni attivi e depurata prima di essere scaricata in rete fognaria, in condizioni addirittura migliori rispetto a quelle iniziali.

Inoltre i campionamenti, effettuati nell’area del cantiere da marzo 2024 a marzo 2025, non hanno mai interessato zone con pozzi destinati alla rete idrica cittadina.

A garantire ulteriori margini di sicurezza poi ci sono gli standard di trattamento più severi di quelli previsti per legge: riduzione minima del 50% dei Pfas presenti prima dello scarico.

Il consorzio Iricav, responsabile dei lavori della Tav, si è dotato di due impianti avanzati di filtrazione a carboni attivi, per assicurare il rispetto dei parametri richiesti.

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