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Vendemmia 2025, il Veneto si prepara: uve sane, ma le cantine sono già piene

Raccolta anticipata e qualità promettente, ma pesa l'incognita delle scorte non smaltite

Vendemmia 2025, il Veneto si prepara: uve sane, ma le cantine sono già piene

Foto di repertorio

In Veneto è ormai tutto pronto per l’inizio della vendemmia 2025. I primi grappoli saranno raccolti già tra il 25 e il 30 agosto, segnando un anticipo rispetto agli ultimi anni. A partire saranno le varietà precoci come Pinot e Chardonnay, destinate alla produzione di spumanti, seguite da Glera, Merlot, Corvina e Garganega.

L’annata si preannuncia positiva sotto il profilo qualitativo: lo stato sanitario dei vigneti è eccellente, le malattie della vite risultano sotto controllo, e anche le temute fitopatie – come la flavescenza dorata – si sono mantenute entro soglie contenute. La peronospora, protagonista negativa dello scorso anno, è stata contrastata efficacemente.

Raccolta abbondante, ma dove metterla?

Le stime parlano di una produzione in crescita del 5‑6% rispetto al 2024, con un potenziale tra i 13 e i 14 milioni di quintali di uva. Ma non tutto è oro quel che luccica. A preoccupare viticoltori e cantine è il fatto che molti magazzini siano ancora pieni: si parla di oltre 11 milioni di ettolitri di vino stoccato in Veneto al 30 giugno.

Una situazione che rischia di mettere sotto pressione il sistema produttivo, soprattutto per quei territori dove la vendemmia entra nel vivo già tra poche settimane.

Strategie e contromisure

Per evitare squilibri di mercato e un calo dei prezzi, alcune zone hanno già adottato misure correttive. È il caso della Valpolicella, dove si è deciso di ridurre le rese produttive da 12 a 10 tonnellate per ettaro. Una scelta dolorosa, ma necessaria per proteggere la qualità del prodotto e salvaguardare l’economia locale.

A preoccupare è anche l’andamento dei consumi: il mercato interno è ancora incerto e l’export, sebbene stabile, non riesce a compensare la lentezza con cui si svuotano le cantine.

Tra resilienza e futuro

Il settore vitivinicolo veneto, tra i più importanti d’Europa, si conferma ancora una volta dinamico e reattivo. La vendemmia 2025 potrà contare su uve sane, su una buona resa e su una lunga tradizione di eccellenza. Ma sarà anche l’anno della prudenza, in cui produttori e istituzioni dovranno coordinarsi per affrontare una nuova sfida: fare qualità in un contesto che chiede sostenibilità, strategia e visione.

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