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Fuochi d’artificio: un'esplosione di storia tra polvere da sparo e meraviglia

Dal cuore della Cina imperiale ai cieli italiani di Ferragosto: viaggio tra origini, riti e curiosità di uno degli spettacoli più amati dell’estate

Fuochi d’artificio: un'esplosione di storia tra polvere da sparo e meraviglia

Foto di repertorio

Ogni Ferragosto, migliaia di occhi si sollevano verso il cielo notturno, incantati da cascate dorate, girandole di colore e scoppi che fanno vibrare l’aria. I fuochi d’artificio non sono solo un evento spettacolare, ma un rito antichissimo che attraversa secoli, culture e continenti.

Le origini: tra alchimia e magia

La loro storia affonda le radici in Cina, oltre 2000 anni fa. Fu lì che, mescolando salnitro, carbone e zolfo, nacque per caso la polvere da sparo. Inizialmente usata a scopi spirituali – si credeva che i botti spaventassero gli spiriti maligni – la miscela fu presto impiegata per creare i primi rudimentali fuochi d’artificio, usati durante cerimonie religiose, incoronazioni e celebrazioni imperiali.

Attraverso la Via della Seta, questa invenzione arrivò in Medio Oriente e poi in Europa, dove fu accolta con meraviglia, ma anche timore. In Italia, patria della scenografia e dell’arte barocca, i fuochi trovarono terreno fertile: divennero presto protagonisti delle feste nobiliari e delle celebrazioni religiose, da San Giovanni a Firenze alle grandi notti di Roma papale.

Il boom pirotecnico in Europa

Durante il Rinascimento e il Seicento, i fuochi d’artificio divennero strumento di potere e gloria dinastica. Le corti francesi e inglesi investirono cifre astronomiche per spettacoli pirotecnici che duravano ore e richiedevano giorni di preparazione. L’arte pirotecnica divenne una vera e propria scienza: nacquero i pirotecnici di corte, artisti della polvere da sparo, capaci di "disegnare" il cielo con effetti complessi e simbolici.

L’Italia e la tradizione popolare

In Italia, accanto alla pirotecnica nobiliare, nacque una tradizione popolare legata ai fuochi. Ogni festa patronale, sagra o evento pubblico si concludeva con un “botto”. Alcune regioni divennero celebri per le loro scuole di maestri fuochisti, capaci di fondere tecnica e spettacolarità.

A Ferragosto, in particolare – festa che unisce l’antico "Feriae Augusti" romano all’Assunzione cristiana – i fuochi d’artificio divennero il simbolo per eccellenza della celebrazione collettiva: un'esplosione di luce che saluta il cuore dell’estate.

L’evoluzione moderna

Oggi i fuochi sono ancora tra gli spettacoli più amati, ma anche più discussi. L’uso della tecnologia – droni, luci laser, fuochi “silenziosi” – sta cambiando il panorama. Le preoccupazioni ambientali e il rispetto per gli animali hanno spinto molte città a rivedere il modo in cui festeggiano.

Eppure, nonostante le trasformazioni, l’emozione resta intatta. Perché ogni scoppio, ogni scintilla nel buio, porta con sé una memoria antica, che parla al nostro istinto di meraviglia. I fuochi d’artificio non sono solo un passatempo estivo, ma il riflesso di una storia millenaria che continua, notte dopo notte, ad affascinare generazioni.

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