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17.08.2025 - 12:36
Foto di repertorio
Il matrimonio non sarà più un salto nel buio, almeno sul piano economico. Con una decisione destinata a far discutere, la Corte di Cassazione ha aperto la strada alla legittimità dei patti prematrimoniali in Italia. Si tratta di un autentico cambio di paradigma che potrebbe rivoluzionare il modo in cui le coppie italiane affrontano la possibilità di una crisi coniugale.
Con l’ordinanza n. 20415, depositata il 21 luglio 2025, la Suprema Corte ha stabilito che gli accordi tra coniugi destinati a regolare i rapporti patrimoniali in vista di una separazione o di un divorzio sono validi, purché non ledano i diritti fondamentali della famiglia e dei figli.
La pronuncia prende spunto da una vicenda concreta: una coppia della provincia di Mantova aveva firmato nel 2022 una scrittura privata in cui il marito si impegnava a restituire alla moglie 146.400 euro – tra contributi al mutuo per la ristrutturazione della casa, beni acquistati e spese sostenute con il patrimonio personale di lei.
Il patto, stipulato dopo la separazione (avvenuta nel 2019), era stato contestato dall’uomo, che invocava l’articolo 160 del Codice Civile, che vieta modifiche ai rapporti patrimoniali tra coniugi tramite patti privati. Ma la Cassazione ha rigettato l’opposizione: la somma pattuita è dovuta.
La chiave interpretativa? L’accordo non mira a condizionare la rottura del matrimonio, ma a disciplinarne gli effetti patrimoniali in modo trasparente e condiviso. Si attiva solo in caso di separazione, e fino ad allora resta "dormiente".
La sentenza poggia sull’articolo 1322 del Codice Civile, che consente alle parti di stipulare anche contratti atipici, a patto che perseguano interessi degni di tutela. La Cassazione ha chiarito che i patti coniugali sono validi se non intaccano gli obblighi inderogabili, come l’assistenza morale e materiale, né compromettono i diritti dei figli minorenni.
In particolare, nessun patto può annullare l’assegno di separazione o eludere gli obblighi genitoriali: su questi punti, i giudici rimangono inflessibili. Gli accordi, insomma, potranno anticipare la distribuzione dei beni, ma non modificare la natura solidale del matrimonio.
Secondo molti osservatori, questa apertura potrebbe prevenire lunghe dispute giudiziarie e dare maggiore serenità a chi, prima o durante il matrimonio, decide di tutelarsi da possibili squilibri economici. È il caso, ad esempio, di chi investe denaro personale in immobili intestati al coniuge o in spese comuni.
Ma attenzione: la validità dell'accordo dipenderà dalla chiarezza delle clausole, dall'equilibrio tra le parti e dalla conformità alla legge. Un patto scritto male o troppo sbilanciato rischia comunque l’annullamento in tribunale.
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