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Case di riposo a corto di personale: nel Padovano mancano 700 operatori

L’allarme di Vanessa Camani (PD): “Una crisi annunciata, figlia di anni di immobilismo. Ora serve una riforma radicale del sistema di assistenza per gli anziani”

Case di riposo a corto di personale: nel Padovano mancano 700 operatori

Foto di repertorio

Una vera emergenza silenziosa colpisce le strutture per anziani nel Padovano: mancano all’appello 700 operatori socio-sanitari nelle RSA della provincia. A lanciare l’allarme è Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, che punta il dito contro quella che definisce “l’inerzia pluridecennale della Regione Veneto”.

La denuncia prende le mosse dalle dichiarazioni di Roberto Volpe, presidente di Uripa, l’associazione che riunisce le strutture residenziali per anziani. Secondo Volpe, la carenza di personale ha ormai raggiunto livelli insostenibili, compromettendo la qualità dell’assistenza e la tenuta dell’intero sistema.

“La mancanza di interventi concreti – afferma Camani – ricade direttamente sulle famiglie, sui gestori e sui lavoratori delle case di riposo. Da anni attendiamo una riforma delle Ipab che non arriva, così come mancano fondi aggiuntivi per garantire continuità ai servizi e retribuzioni adeguate agli operatori”.

Il quadro è aggravato dall’aumento dell’età media e dal crescente numero di anziani affetti da patologie degenerative, in particolare legate al declino cognitivo. Eppure, secondo la consigliera, “si continua a ragionare in un’ottica emergenziale, senza alcuna visione a lungo termine”.

Per Camani, non basta tamponare con soluzioni provvisorie: serve un ripensamento complessivo del modello di assistenza, capace di affrontare le sfide demografiche e sanitarie del prossimo decennio. “Occorre adottare una pianificazione strategica che garantisca la sostenibilità del welfare regionale – conclude – e che sappia valorizzare davvero il lavoro di chi ogni giorno si prende cura dei più fragili”.

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