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Sanità
19.08.2025 - 09:33
Vanessa Camani
La risposta della Regione Veneto sulla rimozione della mappatura sistematica dei nei dalle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale non convince la capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Vanessa Camani. Anzi, per la consigliera, il chiarimento fornito dall’amministrazione regionale non solo non risolve il problema, ma tende a minimizzarne la portata, lasciando un vuoto nella prevenzione oncologica.
"Sostenere che 'non cambia nulla per i pazienti', perché in presenza di casi sospetti ci si può comunque rivolgere al medico di famiglia – afferma Camani – è un modo per sminuire il reale impatto di questa scelta. Così si scarica tutto il peso della prevenzione sui medici di base, costretti a fare un primo filtro su un tema così delicato come il melanoma, senza strumenti né risorse aggiuntive".
Secondo i dati del Registro Tumori del Veneto, il melanoma è il quinto tumore più diagnosticato nella regione, con un trend in aumento. L’Istituto Oncologico Veneto raccomanda controlli annuali per i soggetti a rischio – persone con carnagione chiara, familiarità o un alto numero di nei – e la mappatura dermatologica è considerata uno degli strumenti principali di prevenzione.
"Non si può semplicemente eliminare una prestazione così importante per migliaia di cittadini a rischio – continua la capogruppo dem –. Se davvero non era più prevista a livello nazionale, la Regione avrebbe potuto intervenire e inserirla come prestazione extra-Lea per le categorie più vulnerabili. Invece ha preferito non farlo, limitandosi a una spiegazione che non affronta il nodo reale".
Camani conclude con una critica politica alla gestione regionale del tema:
"Questa precisazione non assolve la Regione dalle sue responsabilità. Anzi, dimostra ancora una volta la mancanza di visione quando si parla di prevenzione e sanità pubblica".
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