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Borse di studio universitarie a rischio nel Veneto: allarme per il nuovo deficit da 15 milioni

Vanessa Camani (Pd) avverte: senza interventi immediati si rischia il blocco di migliaia di borse come due anni fa

Borse di studio universitarie a rischio nel Veneto: allarme per il nuovo deficit da 15 milioni

Foto di repertorio

Nuova emergenza in vista per le borse di studio universitarie nel Veneto. Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, lancia un allarme importante in vista dell’anno accademico 2025-2026: «Se non si provvederà rapidamente a recuperare i circa 15 milioni di euro mancanti, rischiamo di ripetere il disastro di due anni fa, quando ben 2.760 studenti, pari al 15% degli aventi diritto, non poterono beneficiare del sostegno economico previsto».

Il problema, spiega Camani, nasce dalla carenza strutturale degli stanziamenti regionali, aggravata dal fatto che i fondi europei legati al PNRR, che solo nel 2024 avevano garantito al Veneto 17 milioni, sono in via di esaurimento. Inoltre, restano incerte le risorse trasferite dal governo alle Regioni tramite il fondo integrativo statale, che lo scorso anno era raddoppiato ma ora si teme possa calare.

«Il fabbisogno complessivo – prosegue la consigliera – è in costante aumento e nel 2024 aveva già superato i 92 milioni. Il Veneto da troppo tempo investe meno di quanto necessario per garantire il diritto allo studio universitario. Questo vuoto è stato parzialmente colmato solo grazie ai fondi europei o a risorse statali aggiuntive, ma con il loro esaurimento la situazione torna critica».

Camani rivolge inoltre un appello al futuro governo regionale: «Mentre la politica è occupata dalle questioni elettorali, i problemi concreti degli studenti rischiano di essere dimenticati. Il prossimo esecutivo dovrà fare della tutela dell’istruzione pubblica e del sostegno ai giovani una priorità assoluta, invertendo una tendenza che mette a rischio il futuro dei nostri ragazzi».

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