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19.08.2025 - 15:02
Foto di repertorio
La trascrizione anagrafica di un bambino nato da una coppia di due madri torna ad accendere il dibattito politico e culturale. A intervenire, con parole forti, è il consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi (Gruppo misto), che definisce la scelta del sindaco di Verona Damiano Tommasi come “una forma di discriminazione ai danni dei bambini”.
“Registrare ufficialmente un figlio con due madri e nessun padre – ha dichiarato Valdegamberi – significa negare il diritto naturale di ogni bambino ad avere un padre e una madre. È una decisione presa dagli adulti, che sono la parte forte, su chi non ha voce: i bambini. È un atto che esclude a priori una figura fondamentale nello sviluppo della persona.”
Il consigliere prosegue sottolineando che “i padri naturali esistono, non sono fantasmi. Perché mai un bambino non dovrebbe avere la possibilità di sapere chi è suo padre? La natura ha stabilito due generi, maschile e femminile, con funzioni diverse e complementari. Privare un bambino di una delle due figure – aggiunge – non è progresso, ma una forzatura ideologica che danneggia i più deboli.”
Le parole di Valdegamberi si inseriscono in un contesto giuridico e sociale ancora in forte evoluzione, tra battaglie legali, sentenze contrapposte e mutamenti culturali. Mentre alcune amministrazioni locali, come quella veronese, scelgono di riconoscere legalmente la genitorialità omogenitoriale, altre voci – come quella del consigliere veneto – denunciano una “rottura dell’equilibrio naturale” e chiedono maggiore tutela per i minori.
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