Scopri tutti gli eventi
Sanità
22.08.2025 - 10:09
Foto di repertorio
Una vera e propria frattura si è aperta all’interno della sanità territoriale nel Veneto orientale. Sedici medici su diciotto della guardia medica di San Donà – operativa anche a Jesolo e Cavallino – hanno rassegnato le dimissioni, denunciando l’impossibilità di garantire un servizio efficace ai cittadini dopo le modifiche introdotte dal nuovo piano sanitario regionale.
Alla base della protesta, l’attivazione imminente del numero unico europeo 116-117, pensato per gestire le richieste sanitarie non urgenti tramite operatori non medici, i cosiddetti “laici”, che smisteranno i casi ai professionisti attraverso una piattaforma digitale. Il nuovo sistema, già partito a fine luglio nell’Ulss 3 Serenissima, dovrebbe essere esteso a tutta la Regione, ma a San Donà ha scatenato una vera e propria rivolta tra i medici di continuità assistenziale.
Le critiche principali riguardano l’aumento del carico di lavoro, senza alcun adeguamento economico e con un’impostazione che, secondo i medici, metterà a rischio la qualità delle cure.
Oltre al numero unico, a generare tensione è anche un nuovo modello organizzativo proposto dall’Ulss 4, che prevede la chiusura di alcune sedi e l’attivazione di visite “on demand” – cioè medici che si spostano per raggiungere i pazienti, senza postazioni fisse. Un cambiamento che, in un contesto di già forte carenza di personale da San Donà a Portogruaro, rischia di far collassare il sistema, secondo chi protesta.
Di fronte alla notizia delle dimissioni di massa, l’Ulss 4 ha provato a gettare acqua sul fuoco, negando l’esistenza di un problema strutturale. In una nota ufficiale ha dichiarato: «Non risultano dimissioni collettive nel servizio di continuità assistenziale. Abbiamo riscontrato solo preoccupazioni da parte di alcuni medici riguardo al nuovo servizio, e abbiamo già avviato incontri per chiarire tutti i dettagli».
Una risposta che lascia perplessi molti operatori, dato che le dimissioni sembrano concentrate nello stesso periodo e nella stessa area. L’Azienda sanitaria precisa inoltre che il 116-117 sarà presto attivo in tutta Europa e non è un’iniziativa locale, ma parte di un piano su scala più ampia.
Non è la prima volta che la Regione Veneto incontra ostacoli nell’applicazione delle riforme sanitarie europee: il numero unico per le emergenze, il 112, annunciato anni fa, non è ancora pienamente operativo. Intanto, la sanità territoriale soffre e il disagio si riflette sulla tenuta complessiva dei servizi.
Se non verranno prese contromisure, la guardia medica rischia di non poter garantire la copertura minima nelle aree più fragili del territorio, lasciando i cittadini privi di un punto di riferimento in orari serali e festivi.
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516