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Prevenzione al gioco
22.08.2025 - 11:20
Foto di repertorio
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto ha confermato la decisione del Comune di Preganziol di bloccare l’apertura di una sala giochi all’interno di un ristorante, motivando la scelta con la vicinanza eccessiva a una struttura residenziale per persone con disabilità. La normativa regionale prevede infatti un limite minimo di 400 metri tra sale giochi e luoghi sensibili, e nel caso specifico la distanza misurata è risultata di 363,90 metri.
La società che aveva chiesto di avviare l’attività aveva presentato ricorso sostenendo che il calcolo della distanza dovesse partire dall’ingresso principale del locale, che dista 410 metri dalla struttura protetta, e contestando la verifica della presenza di categorie tutelate al suo interno. Inoltre, l’azienda aveva messo in dubbio la validità della legge regionale, ritenendo che fosse in contrasto con la normativa statale e con l’Intesa Stato-Regioni del 2017, la quale prevede distanze inferiori.
Tuttavia, il TAR ha rigettato tutte le contestazioni, ribadendo che ai fini del calcolo della distanza devono essere considerati tutti gli accessi esistenti, anche quelli meno utilizzati o chiusi temporaneamente, purché accessibili. Il Comune ha inoltre dimostrato con documentazione ufficiale la presenza di persone con disabilità all’interno della struttura, classificandola come “luogo sensibile” protetto dalla legge regionale contro la ludopatia.
Il Tribunale ha quindi confermato la piena legittimità della normativa veneta, chiarendo che non vi è alcun contrasto con le disposizioni statali né con l’Intesa Stato-Regioni del 2017.
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