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Sicurezza pubblica

Polemica sulla gestione dei Vigili del Fuoco nel Vicentino: Popolari per il Veneto critica l'assegnazione degli interventi

La denuncia del Coordinamento Regionale USB e l’appello di Fabio Bui dei Popolari per il Veneto sollevano preoccupazioni sulle carenze operative a Vicenza

Foto di repertorio

Foto di repertorio

Una segnalazione del Coordinamento Regionale USB Vigili del Fuoco del Veneto, rilanciata dall’esponente dei Popolari per il Veneto Fabio Bui, mette in luce possibili criticità nell’impiego dei Vigili del Fuoco nella nostra regione. Secondo quanto riportato, la Centrale di Vicenza, nei giorni scorsi, contava appena quattro unità operative, un numero inferiore alla composizione minima necessaria per una squadra di intervento. In caso di emergenza, i soccorsi sarebbero dovuti arrivare dalle sedi di Arzignano o Lonigo, con ritardi che potrebbero compromettere la sicurezza dei cittadini.

Fabio Bui definisce la situazione “paradossale e intollerabile” e sottolinea che “non si può giocare con la sicurezza dei cittadini. I Vigili del Fuoco devono essere impiegati solo per il soccorso tecnico urgente, non per compiti di polizia giudiziaria estranei al loro mandato”.

Il rappresentante dei Popolari per il Veneto ha evidenziato come la carenza di squadre a Vicenza abbia impedito, nello stesso periodo, l’invio urgente di motopompe richiesto dai comandi di Padova e Venezia per altre emergenze. Secondo Bui, si tratta di un cortocircuito istituzionale che potrebbe lasciare sguarnite intere province venete.

Tra le richieste rivolte al Ministero dell’Interno e al Prefetto vi sono tre interventi immediati: garantire il numero minimo indispensabile di squadre operative in ogni sede, limitare l’impiego dei Vigili del Fuoco a compiti strettamente di soccorso tecnico e aprire un tavolo di confronto con i sindacati per potenziare organici e mezzi.

“La sicurezza non è un optional e non può essere barattata. I cittadini hanno diritto a protezione immediata ed efficace, sempre”, conclude Fabio Bui.

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