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Maltempo in Veneto, Manildo propone un piano strutturale per la prevenzione e la gestione del territorio

Il candidato presidente del centrosinistra sottolinea la necessità di nuovi investimenti in reti fognarie, opere idrauliche e spazi verdi per ridurre i rischi legati ai fenomeni climatici estremi

Giovanni Manildo a Padova

Giovanni Manildo a Padova

In queste ore, il Veneto sta affrontando una nuova emergenza maltempo, con piogge torrenziali che hanno causato danni significativi, allagamenti e interruzioni nei trasporti, in particolare nelle province di Venezia e Padova. La Regione ha dichiarato lo stato d’emergenza per far fronte alla situazione.

«Non basta l’emergenza – afferma Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra – serve lucidità. Non possiamo più affidarci solo alla fortuna o alle capacità della Protezione Civile. Serve un salto di qualità nelle politiche regionali: serve una strategia. Da troppo tempo, sulla cura del territorio si interviene quasi solo a danno avvenuto».

Manildo individua due priorità immediate: il potenziamento delle reti fognarie e degli scolmatori, e una nuova direzione nelle politiche urbanistiche. «Troppi impianti di scolo sono vecchi, sottodimensionati o inadeguati rispetto alla nuova realtà climatica. È urgente sostenere Comuni e gestori nel rifacimento delle reti e nella realizzazione di opere idrauliche di mitigazione, con investimenti regionali e nazionali seri e duraturi».

Il candidato evidenzia anche il tema della cementificazione: «Un territorio saturo di asfalto e cemento non assorbe, non protegge, non regge. Se vogliamo evitare che questi eventi diventino catastrofi sistemiche, dobbiamo cambiare approccio. Serve una politica che favorisca la riconversione delle aree dismesse e impermeabilizzate in spazi verdi, capaci di agire come spugne naturali».

Manildo richiama inoltre la necessità di coerenza nelle politiche regionali: «La Regione ha adottato il principio del consumo di suolo zero, ma contemporaneamente ha approvato la legge Veneto 2050, che consente aumenti di cubatura fino all’80% negli edifici recuperati senza una verifica sistemica dell'impatto complessivo. Così si rischia di aumentare ulteriormente il carico sulle reti già al limite».

Il candidato conclude con un impegno chiaro: «La crisi climatica è qui e riguarda anche le nostre Regioni. Dobbiamo investire in prevenzione, sostenibilità e adattamento, smettendo di considerare i fenomeni estremi come eccezioni. Se i veneti sceglieranno il cambiamento, una delle prime cose che faremo sarà avviare un grande piano per la cura del territorio. La sicurezza non si annuncia: si costruisce, con coraggio e concretezza».

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