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Emergenza nei canili veneti: aumentano gli abbandoni estivi e scarseggiano le risorse

Al rifugio San Francesco di Presina si lotta ogni giorno tra emergenze, educazione e speranze di adozione

Lido di Venezia, inaugurata la prima spiaggia comunale per cani: ai Murazzi il bagno è “pet friendly”

Foto di repertorio

L’estate 2025 si conferma una delle stagioni più critiche per i canili del Veneto, con un aumento significativo degli abbandoni, soprattutto nelle province dell’Alta Padovana. A lanciare l’allarme è il Parco zoofilo San Francesco di Presina, realtà storica attiva da oltre vent’anni sotto la guida di Giovanni Tonelotto e con il supporto della Lega Nazionale per la Difesa del Cane.

I nuovi abbandoni: meno randagismo, più irresponsabilità

L’introduzione del microchip obbligatorio ha contribuito a ridurre il fenomeno del randagismo puro, ma non ha fermato gli abbandoni. Oggi, spiegano dal rifugio, il problema si presenta in una forma più subdola: cani lasciati in custodia e mai più ripresi, famiglie che si dichiarano incapaci di gestire l’animale, o casi in cui la moda di cani “di razza” e potenzialmente impegnativi si scontra con l’impreparazione dei proprietari.

“Molti adottano senza conoscere davvero le necessità dell’animale. Basta un problema comportamentale o una difficoltà logistica e il cane finisce in canile”, spiega Tonelotto. E non solo cani: aumentano anche le richieste d’aiuto per gatti abbandonati, ma le strutture – già in affanno – non riescono a farsene carico.

Un lavoro silenzioso e instancabile

Nel rifugio si lavora tutti i giorni, tutto l’anno, grazie al supporto di educatori cinofili specializzati, 40 volontari e 10 persone impegnate in percorsi di giustizia riparativa. Nonostante le difficoltà, qui si compiono veri e propri “miracoli quotidiani”, rieducando anche i cani più difficili e offrendo loro una seconda possibilità tramite l’adozione.

L'approccio è mirato: ogni animale viene seguito in modo personalizzato, rispettandone i tempi e i traumi, per poterlo reinserire in una famiglia compatibile. Un lavoro delicato, che richiede tempo, competenza e risorse, sempre più scarse.

Le istituzioni? Ancora poco presenti

Se da una parte i Comuni affidano al rifugio i loro animali in difficoltà, dall’altra manca spesso un sostegno concreto e continuativo. “I cittadini ci chiedono aiuto, ma anche noi abbiamo bisogno di aiuto”, denunciano i responsabili della struttura. Il rischio, a lungo termine, è di non riuscire più a garantire un’accoglienza dignitosa agli animali.

Una chiamata alla responsabilità

L'appello finale è duplice: da un lato alle istituzioni, affinché sostengano con più decisione le realtà che si occupano di tutela animale; dall’altro ai cittadini, affinché compiano scelte consapevoli e responsabili, soprattutto quando si decide di accogliere un animale in casa.

“Un cane non è un giocattolo. È un impegno, una relazione, una responsabilità”, ricorda Tonelotto.
E a Presina, ogni giorno, si lavora per ricordarcelo.

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