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Il caso
27.08.2025 - 11:07
Il Sindaco di Tombolo Luca Frasson
Tombolo è una vera eccezione nel panorama viabilistico italiano: un Comune di oltre 8.500 abitanti e 40 chilometri di strade tutte in area urbana, dove – per legge – non è possibile installare autovelox fissi. Lo denuncia con forza il sindaco Luca Frasson, che lancia un appello diretto al Governo: “Le norme non possono essere uguali per tutti. Ogni territorio ha le sue peculiarità e le sue esigenze. E noi siamo lasciati soli”.
Nel piccolo comune dell’Alta Padovana, ogni tratto viario – comprese le provinciali ad alta percorrenza – è classificato come centro abitato, condizione che impedisce l’installazione di dispositivi fissi per il controllo della velocità, come previsto dalla normativa vigente. “Con l’ultima revisione della legge – spiega Frasson – è andata persino peggio. La norma nasce per frenare chi fa cassa con gli autovelox, ma non tiene conto dei Comuni come il nostro, dove invece sarebbe lo strumento principale per garantire la sicurezza stradale”.
Il sindaco si dice preoccupato per la crescente pericolosità di alcune arterie, in particolare le provinciali che tagliano Tombolo da nord a sud ed est a ovest. “Abbiamo tratti lunghi e rettilinei anche di 2-3 chilometri, intersezioni pericolose e traffico veicolare pesante in costante aumento. E la nostra polizia locale – appena tre agenti – non può coprire 40 chilometri di strade, pur avendo una dotazione ‘congrua’ secondo legge”.
Il bilancio è pesante: 85 incidenti con feriti gravi o mortali in soli quattro assi stradali, negli ultimi 10 anni. “Sono dati della nostra polizia locale. A breve arriveranno anche quelli dei carabinieri. Parliamo, di fatto, di un ferito a settimana”, denuncia il sindaco, visibilmente provato.
Frasson sottolinea anche l’impatto delle scelte urbanistiche dei comuni limitrofi, tra nuovi poli logistici e deviazioni dovute a eventi straordinari come il crollo del sottopasso a San Martino di Lupari. “Tutto questo ha aggravato una situazione già delicata. Ma senza strumenti efficaci di controllo, siamo inermi”.
“Chiariamolo una volta per tutte: non mi interessa fare cassa con le multe, non l’ho mai fatto in 11 anni di amministrazione. Io lavoro con quello che ho. Le entrate sono sempre le stesse, autovelox o no”, afferma Frasson. “Quello che mi importa è proteggere i miei cittadini. Punto.”
E i margini d’azione sono sempre più stretti: “I semafori con rilevazione di velocità sono fuori norma, i dossi non si possono installare ovunque per la presenza di abitazioni. Abbiamo asili, baby parking, parrocchie lungo strade pericolose. Serve prevenzione. E serve ora”.
“Senza criminalizzare nessuno – conclude Frasson – chiunque può trovarsi a percorrere una strada lunga e dritta e dimenticarsi dei limiti. Ma non possiamo aspettare l’incidente irreparabile per dire ‘aveva ragione il sindaco’. Non ne basterebbe uno di autovelox, ce ne vorrebbero almeno quattro nei punti più critici, dove nemmeno si riesce a posizionare una pattuglia per mancanza di spazio”.
Il messaggio è chiaro e urgente: “Da Roma serve un cambio di rotta. Le regole generiche non possono valere per tutti. Tombolo ha bisogno di essere ascoltata. E i suoi cittadini hanno diritto alla sicurezza”.
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