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Solidarietà istituzionale
28.08.2025 - 16:10
Alberto Barbera, direttore della Biennale Cinema di Venezia
“Non è accettabile che una famiglia debba sopportare una sofferenza così lunga e ingiusta, soprattutto quando non esiste un capo di imputazione.” Così Alberto Barbera, direttore della Biennale Cinema di Venezia, ha commentato ieri l’incontro pubblico promosso dall’Associazione Articolo 21, insieme al Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici e all’associazione Isola Edipo, per chiedere la scarcerazione di Alberto Trentini, giovane cooperante veneziano trattenuto a Caracas da oltre 300 giorni senza accuse formali.
Barbera ha sottolineato la propria solidarietà alla famiglia Trentini e si è detto pronto a utilizzare il palcoscenico della Mostra del Cinema per dare risonanza a questa vicenda: “È un caso umano che deve essere risolto al più presto”, ha affermato.
All’evento hanno partecipato il coordinatore di Articolo 21 Giuseppe Giulietti e l’attrice Ottavia Piccolo, mentre la madre di Alberto, Armanda Trentini, ha letto una commovente lettera: “Ringrazio il direttore Barbera per averci permesso di raccontare al mondo dell’arte e del cinema la situazione di mio figlio. Alberto da sempre aiuta i più deboli in giro per il mondo, da Ecuador e Perù fino al Nepal, Etiopia e Colombia. Lo scorso 15 novembre, mentre si recava a Guasdualito per una missione con una ONG in Venezuela, è stato fermato a un posto di blocco e da allora è detenuto a Caracas senza accuse. Oggi è ancora in prigione e possiamo sentirlo solo per pochi minuti, due volte dall’inizio della detenzione.”
La signora Trentini ha lanciato un appello al Governo italiano e alla comunità: “Ogni giorno di attesa aumenta la nostra sofferenza. Chiedo a tutti di parlare di Alberto, di scrivere, di far sentire la nostra voce fino in Venezuela. Deve tornare a casa, e subito.”
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