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SOS operai specializzati
31.08.2025 - 06:00
Foto di repertorio
Il mercato del lavoro veneto si trova in una situazione sempre più critica: tra agosto e ottobre sono previste quasi 127mila nuove assunzioni, ma oltre la metà di queste (circa 65.300) rischiano di restare scoperte a causa della grave difficoltà nel reperire operai specializzati. Lo denuncia l’Ufficio studi della CGIA, basandosi sui dati più recenti di Unioncamere e del Ministero del Lavoro, che tracciano un quadro allarmante per il tessuto produttivo della regione.
In particolare, carpentieri, gruisti, fresatori, saldatori e operatori di macchine a controllo numerico sono figure sempre più rare, tanto da trasformare la loro ricerca in una vera e propria sfida. Quando finalmente un’azienda riesce a individuare un candidato idoneo, il processo di selezione può richiedere fino a cinque mesi. Quattro colloqui su dieci finiscono addirittura senza la presentazione di candidati, un dato che evidenzia la difficoltà strutturale del mercato del lavoro locale.
Le cause di questa crisi sono molteplici e intrecciate. A pesare sono la denatalità e l’invecchiamento della popolazione, che riducono la forza lavoro disponibile, ma soprattutto il divario sempre più profondo tra le competenze richieste dalle imprese e quelle realmente acquisite dai giovani. Inoltre, dopo la pandemia, i giovani lavoratori cercano condizioni più flessibili, preferiscono evitare orari prolungati e mansioni fisicamente gravose, riducendo ulteriormente l’offerta per queste professioni tecniche.
I settori più colpiti sono l’edilizia — con difficoltà a trovare carpentieri, ponteggiatori, piastrellisti e gruisti — e il manifatturiero, in particolare nelle filiere del legno, tessile-abbigliamento-calzature e metalmeccanica. A livello provinciale, Belluno è la più in difficoltà, con una percentuale di reperimento impossibile del 55,8%, seguita da Rovigo e Padova. Nel prossimo trimestre, la provincia di Verona guiderà la domanda con oltre 30mila ingressi previsti.
Il quadro regionale non si discosta molto da quello nazionale, ma il Nordest continua a mostrare una pressione particolarmente alta sulle imprese in cerca di manodopera qualificata, confermando un’emergenza che richiede interventi urgenti su formazione, politica del lavoro e condizioni occupazionali.
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