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Attualità
01.09.2025 - 16:45
Marta Vianello
Lascerà l’Italia il 2 settembre per raggiungere la città di Beira, nel nord del Mozambico, dove vivrà e lavorerà per sei mesi accanto a Medici con l’Africa Cuamm. Si chiama Marta Vianello, ha 31 anni ed è originaria di Mirano, in provincia di Venezia. Medico in formazione specialistica in Pediatria presso l’Università di Padova, Marta si unisce al programma JPO (Junior Professional Officer), un progetto di formazione sul campo rivolto a giovani medici.
Quello di Marta non è un semplice viaggio né una semplice esperienza: è il compimento di un percorso iniziato ben prima della sua nascita.
“Mia madre era pronta a partire con Cuamm durante la specializzazione,” racconta Marta, “ma scoprì di essere incinta di me e dovette rinunciare. Da allora ha sempre sostenuto l’associazione da lontano. Ora tocca a me. È un'eredità che sento mia".
Marta conosce da sempre l’impegno di Cuamm, anche grazie all’attivismo della madre. Ma ha iniziato a costruire il suo percorso personale nel 2018, partecipando al Wolisso Project in Etiopia, un’iniziativa per studenti di medicina. Proprio lì ha vissuto la sua prima esperienza di cooperazione internazionale, stringendo legami profondi con i colleghi locali.
“Spero che anche a Beira possa ritrovare quel senso di umanità e di scambio – dice – anche fuori dall’ospedale, tra le persone comuni, magari andando insieme al mercato come facevo a Wolisso".
Medici con l’Africa Cuamm è attivo in Mozambico dal 1978, con una rete di circa 300 operatori distribuiti in diverse province: Sofala, Maputo, Zambesia, Tete, Cabo Delgado. Nella città di Beira, Cuamm non solo supporta tre ospedali, ma collabora dal 2004 con l’Università Cattolica del Mozambico per formare nuovi medici. In vent’anni, quasi 500 studenti mozambicani hanno conseguito la laurea in medicina anche grazie alle borse di studio fornite dall’organizzazione.
Nel nord del paese, a Cabo Delgado, Cuamm opera in un contesto fortemente instabile: la regione è segnata da conflitti e violenze. I medici garantiscono assistenza sanitaria di base agli sfollati interni – oltre 750.000 – e servizi fondamentali per salute mentale, supporto psicologico e protezione delle vittime di violenza sessuale, raggiungendo più di 40.000 persone nel 2024.
Nella provincia di Tete, invece, il lavoro è focalizzato sulla salute sessuale e riproduttiva degli adolescenti, un tema chiave per il futuro delle nuove generazioni.
L’impegno di Marta, come quello di tanti altri medici italiani in Africa, è possibile grazie a un’organizzazione solida e trasparente come Medici con l’Africa Cuamm, che da oltre 70 anni promuove salute e sviluppo nei paesi più fragili.
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