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“La salute non può dipendere dal CAP”: a Venezia la sfida del Sottosegretario Butti per portare l’innovazione in ogni angolo del Veneto

Alla Summer School di Motore Sanità il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione lancia un messaggio chiaro: l’Italia ha gli strumenti per modernizzare la sanità, ma è fondamentale renderli accessibili a tutti

Alessio Butti, Sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione

Alessio Butti, Sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione

«La salute non può dipendere dal codice di avviamento postale». È con questa frase che Alessio Butti, Sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione, ha aperto il suo intervento alla Summer School di Venezia organizzata da Motore Sanità.

Secondo Butti, l’Italia non manca di soluzioni innovative nel campo sanitario. Il problema è far sì che queste tecnologie diventino realmente fruibili da tutti, dai grandi ospedali di Padova e Verona fino ai piccoli centri del Veneto rurale. Strumenti come la Piattaforma nazionale di telemedicina e il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, supportati dal PNRR, offrono opportunità concrete per migliorare le cure.

Il Sottosegretario ha illustrato il concetto di “patto per l’innovazione”: uno sforzo condiviso tra Stato, Regioni e operatori sanitari per reinvestire sul territorio i risparmi ottenuti grazie a cure più efficienti. «Ogni risorsa liberata deve tornare a beneficio dei cittadini del territorio che l’ha generata», ha spiegato, sottolineando l’importanza di misurare i risultati in modo trasparente.

Grande attenzione è stata riservata all’intelligenza artificiale, descritta come una “cintura invisibile” capace di collegare terapie, dispositivi e servizi locali. Progetti già attivi, come Reg4IA, mostrano come l’IA possa ridurre le liste d’attesa e gestire in modo più dinamico le agende ospedaliere.

Butti ha anche parlato della creazione di un vero e proprio “Commons dell’innovazione terapeutica”, una piattaforma condivisa dove ospedali, università e imprese possano collaborare e restituire alla collettività risultati concreti e replicabili.

Il messaggio lanciato da Venezia è chiaro: l’innovazione sanitaria deve diventare un motore di equità, portando benefici concreti ai cittadini veneti e italiani, senza lasciare indietro nessuno. La digitalizzazione della pubblica amministrazione, dal cloud al SEND e dagli IT-Wallet alla PDND, sarà la spina dorsale su cui costruire una sanità moderna, più vicina alle persone e alle comunità locali.

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