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Attualità
03.09.2025 - 18:16
Raffaele Peretto
Nell’ambito della solennità del santo patrono, la parrocchia di San Bartolomeo Apostolo di Contarina (Porto Viro) ha organizzato un ciclo di incontri con l’associazione culturale L’Umana Avventura. Due serate dal titolo “Pellegrini di Speranza nell’Anno Giubilare”, coronate nel giorno del santo dalla messa celebrata dal vescovo di Chioggia, mons. Giampaolo Dianin, e dalla processione lungo via Contarini con la storica statua lignea del santo, opera di Andrea Brustolon. L’intero programma è stato pensato per offrire alla comunità un’occasione di riflessione sul significato profondo del pellegrinaggio, non solo come spostamento fisico, ma come percorso spirituale capace di unire fede, storia e territorio. Numerosi i fedeli che hanno preso parte alle celebrazioni, in un clima di raccoglimento e condivisione.
In uno degli appuntamenti, “Il Cammino di San Giacomo: verso la Cattedrale di Compostela”, un gruppo di pellegrini portoviresi ha raccontato il recente pellegrinaggio in terra galiziana. Il racconto ha emozionato i presenti, grazie a fotografie, aneddoti di viaggio e riflessioni personali che hanno restituito tutta la bellezza e la fatica di un cammino fatto anche di incontri, silenzi e scoperte interiori.
Nell’altro, il geologo e archeologo Raffaele Peretto ha tenuto la conferenza “Ripercorrendo antiche romee tra Adige e Po: transiti pellegrinali in Polesine”, trattando delle vie di pellegrinaggio che attraversavano il Delta e il Polesine. Lo studioso ha spiegato come la nostra Romea si innesti su antichi percorsi quali la via dell’ambra (di tremila anni fa) e la romana via Popilia (con la diramazione costiera verso Clodia), utili a convogliare verso Roma e il Mediterraneo commerci, eserciti e, nell’era cristiana, i pellegrini. Peretto ha saputo coniugare rigore scientifico e narrazione divulgativa, rendendo accessibili a tutti i presenti i complessi intrecci storici tra geografia e fede. Il pubblico ha seguito con attenzione anche le ricostruzioni cartografiche proiettate durante la serata, che hanno permesso di visualizzare l’evoluzione dei percorsi attraverso i secoli.
Prova ne sono le fiaschette dei pellegrini settecentesche, recuperate dallo stesso Peretto nell’alveo dell’Adige, e le numerose placchette medievali di piombo raffiguranti le chiavi e la spada, ovvero San Pietro e San Paolo. Un’altra Romea, quella germanica, passava invece per Padova, Rovigo, Argenta e Ferrara e fu descritta dal monaco Alberto di Stade, citando toponimi rispolverati da Peretto, che ha letto ai presenti una delle “Trecentonovelle” del letterato medievale Franco Sacchetti, il Boccaccio veneto, in cui si parla del nostro territorio in termini non proprio lusinghieri.
Fabio Pregnolato
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