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Firmato il Protocollo per le nuove Unioni Montane nel Bellunese

Tre nuove Unioni, più efficienza e coesione

Firmato il Protocollo per le nuove Unioni Montane nel Bellunese

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Un nuovo assetto amministrativo per le terre alte del Veneto. È stato firmato oggi, nella sede della Provincia di Belluno, il protocollo d’intesa che segna l’avvio del riordino delle Unioni Montane bellunesi, con l’obiettivo di rendere la governance territoriale più snella, efficace e rispondente alle reali esigenze delle comunità locali.

Alla sottoscrizione del documento erano presenti il presidente della Provincia, Roberto Padrin, il presidente di Uncem Veneto, Ennio Vigne, numerosi sindaci del territorio e l’assessore regionale agli Enti Locali, Francesco Calzavara, che ha definito il protocollo “una tappa strategica verso una maggiore coesione istituzionale e operativa delle aree montane”.

Il riordino nasce nell’ambito del Piano di Riordino Territoriale (PRT), previsto dalla Legge Regionale n. 18 del 2012 e aggiornato nel 2024, con lo scopo di superare la frammentazione amministrativa e rafforzare la capacità progettuale e gestionale degli enti locali.

Il documento prevede:

  • la conferma delle Unioni Montane Feltrina e Agordina;

  • la creazione di tre nuove Unioni Montane: Cadore Dolomiti, Medio Bellunese e Valbelluna;

  • il consolidamento delle realtà minori attraverso aggregazioni mirate.

Una riforma che tiene conto del contesto demografico delle aree alpine: oltre la metà dei Comuni veneti ha meno di 5.000 abitanti, e proprio la provincia di Belluno è tra le più colpite dal calo della popolazione.

“Questa non è solo una razionalizzazione amministrativa – ha dichiarato Calzavara – ma un investimento nel futuro delle comunità montane. Mettiamo a disposizione strumenti concreti e risorse per restituire forza decisionale ai territori. È il momento di fare squadra”.

In concreto, ciascuna delle nuove Unioni che aderiscono al protocollo riceverà un contributo regionale di circa 250.000 euro, a cui si aggiungono i fondi per l’associazionismo tra Comuni. Un sostegno pensato non solo per incentivare la nascita delle nuove realtà, ma anche per accompagnarle nel rafforzamento dei servizi essenziali come protezione civile, tributi, gestione del personale e catasto.

Nel quinquennio 2020–2024, la Regione Veneto ha già destinato oltre 18 milioni di euro per sostenere i percorsi di fusione e collaborazione tra Comuni, confermando un impegno chiaro verso una pubblica amministrazione più sostenibile e vicina ai cittadini.

La fase di attuazione sarà ora seguita dalla Direzione Enti Locali, Procedimenti Elettorali e Grandi Eventi della Regione, che supporterà le nuove Unioni nel consolidamento istituzionale e nella piena operatività.

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