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Stop ai fucili sui valichi montani: il TAR blocca parte della stagione venatoria in Veneto

Accolto il ricorso di cinque associazioni ambientaliste

caccia

Foto di repertorio

Un nuovo colpo di scena scuote l’inizio della stagione venatoria in Veneto. Con un’ordinanza emessa oggi, il TAR del Veneto ha sospeso l’attività venatoria sui valichi montani, accogliendo in parte il ricorso presentato da cinque associazioni animaliste. L’ordinanza n. 383 della Quarta Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale mette così in stand-by una porzione importante del calendario venatorio 2025/2026, approvato dalla Giunta regionale l’11 giugno scorso.

Blocco immediato sulla caccia nei valichi

Oggetto della sospensione è la caccia nei valichi montani attraversati dagli uccelli migratori, incluse le aree classificate come Zone di Protezione Speciale (ZPS), già segnalate all’Unione Europea per la loro rilevanza naturalistica.

Il TAR ha inoltre giudicato non sostenibile il carniere previsto per alcune specie di avifauna, ritenendo che le soglie stabilite dalla Regione non garantissero un adeguato equilibrio ambientale.

Le specie coinvolte e le limitazioni

In particolare, il prelievo dell’allodola è stato dimezzato: massimo 5 capi al giorno e 25 per stagione, contro i numeri precedentemente autorizzati.
Più severa la decisione sul moriglione, un’anatra in forte declino: caccia completamente sospesa, poiché – secondo il TAR – sarebbe impossibile rispettare il limite massimo di 2.472 esemplari abbattibili sull’intero territorio regionale.

Le associazioni promotrici

Il ricorso era stato presentato da Lega Abolizione Caccia (LAC), Lega Nazionale per la Difesa del Cane (LNDC), LAV, LIPU e OIPA, tutte rappresentate dall’avvocato Claudio Linzola. Secondo le associazioni, il calendario venatorio approvato dalla Regione violava norme comunitarie e ignorava il parere tecnico dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che rappresenta un riferimento vincolante per la regolamentazione della caccia.

Prossimi sviluppi: udienza a novembre

Il TAR ha fissato al 27 novembre l’udienza per discutere nel merito altre parti del ricorso, tra cui la data di chiusura della caccia a quattro specie di uccelli (tordo sassello, canapiglia, germano reale e gallinella d’acqua), l’utilizzo di munizioni al piombo e la validità scientifica delle argomentazioni presentate dalla Regione Veneto per giustificare le deroghe richieste.

Una battaglia che continua

L’ordinanza rappresenta una prima vittoria per il fronte ambientalista, che da anni chiede una regolamentazione più restrittiva per proteggere la biodiversità veneta, in particolare nelle aree montane e nei corridoi migratori.

La decisione del TAR potrebbe ora fare giurisprudenza e avere ricadute anche in altre regioni italiane, dove le autorizzazioni alla caccia in zone sensibili restano oggetto di forti tensioni tra ambientalisti, istituzioni e mondo venatorio.

In sintesi:

  • Sospesa la caccia sui valichi montani attraversati da uccelli migratori.

  • Dimezzato il carniere per l’allodola, sospeso per il moriglione.

  • Ricorso promosso da cinque associazioni animaliste.

  • Decisione definitiva prevista a novembre.

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