Scopri tutti gli eventi
L'intervista
06.09.2025 - 19:45
Lo scrittore Carlo Morriello
Un giovane pittore alla ricerca di sé stesso e delle proprie radici, sullo sfondo di una Napoli di fine Ottocento, che con i suoi silenzi e le sue contraddizioni diventa paesaggio dell’anima, specchio dei tumulti interiori del protagonista. Oltre l’ombra dei colori è il romanzo d’esordio di Carlo Morriello, scrittore e insegnante di Lettere, nato a Napoli e oggi residente a Castelfranco Veneto. Finalista per due volte al torneo letterario nazionale IoScrittore, Morriello intreccia nel libro le passioni che l’hanno accompagnato per tutta la sua vita: la pittura e la scrittura.
Carlo, come nasce Oltre l’ombra dei colori?
“Ho sempre desiderato scrivere un romanzo ambientato nella mia Napoli che potesse al tempo stesso affrontare un tema a me caro: scoprire la propria natura e, pur tra mille difficoltà, perseguire i propri sogni. Negli anni ho dato vita a diversi progetti narrativi con questi “ingredienti”, ma senza risultato. Non mi soddisfacevano perché mancava qualcosa...forse l’anima e la vita. Stavo per mollare tutto, quando una sera affiorò in me l’immagine di un personaggio, che sembrava appartenere a un’altra epoca, lontana e vicina al tempo stesso. Per comprenderne davvero il significato ho scavato in profondità dentro di me e da lì è nato uno dei personaggi chiave del romanzo. Curiosamente, non si trattava del protagonista, ma è stato lui a darmi l’ispirazione per quest’ultimo”.
Qual è il messaggio più importante che vuole trasmettere ai lettori?
“Pur di fronte alle difficoltà e ai misteri che si trova ad affrontare, Michele, il protagonista, è un personaggio che non smette mai di cercare risposte. Il suo desiderio di conoscere oltre le apparenze e le proprie ombre, ricercando sempre un senso alla propria vita, è qualcosa che ciascuno di noi dovrebbe imparare a fare. Michele compie un viaggio alla scoperta di sé stesso e delle proprie radici. Vorrei che i lettori, seguendolo, si sentissero spinti a intraprendere una strada analoga”.
Napoli non è solo l’ambientazione del romanzo: cosa ti ha spinto a renderla quasi protagonista?
“Il libro è ambientato nella Napoli di fine 800, periodo in cui la città cambia radicalmente volto a seguito del cosiddetto Risanamento, un intervento urbanistico che ridisegna buona parte dei quartieri storici. In Oltre l’ombra dei colori, Napoli non fa da semplice sfondo alla storia narrata, ma con i suoi palazzi, le sue chiese, i suoi vicoli e i suoi misteri ne diviene coprotagonista. Si crea così un fil rouge tra Napoli e il giovane pittore: come il protagonista va incontro a un profondo cambiamento nella sua vita, così la stessa città affronta una trasformazione epocale, non solo nell’aspetto urbanistico ma anche nell’anima. La Napoli che ho voluto restituire cerca di essere lontana dagli stereotipi folcloristici e, con le sue contraddizioni e i suoi silenzi, diventa un personaggio a sé: palcoscenico e, al tempo stesso, specchio delle inquietudini del protagonista”.
Quanto c’è di lei nel protagonista?
“Credo che ogni personaggio sia sempre una proiezione dell’autore, in ognuno di essi c’è lo zampino della sua personalità. Michele è in cerca di una svolta professionale che possa cambiargli la vita. Sogna in grande e ha la forza di non arrendersi alle prime difficoltà. È curioso, caparbio, sempre in cerca di risposte sul suo passato e sul suo mondo interiore. Queste sono tutte dimensioni che mi appartengono. E infine, il rapporto con l’amore: per quanto cerchi di voltarsi altrove, sa che deve fare i conti con dei sentimenti che credeva “finiti”. Non vuole ammetterlo neanche a sé stesso, ma sa, “sente” che sono per lui ancora di vitale importanza”.
Da scrittore e insegnante, come vede il rapporto tra i giovani e la lettura?
“A scuola i ragazzi incontrano gli autori del passato, ne studiano le opere, il pensiero e lo stile. Cerco sempre di trasmettere ai miei allievi anche il lato umano di questi grandi, i loro problemi, “l’urgenza” che li ha portati a scrivere capolavori immortali. Il rapporto con i libri, però, è molto variegato: ci sono studenti che divorano romanzi e altri che si limitano a studiare ciò che viene loro assegnato. È un’ovvietà, ma credo che i ragazzi possano e debbano essere motivati alla lettura in quanto fonte inesauribile di conoscenza, riflessione, pensiero critico, arricchimento culturale e interiore. Leggere favorisce anche la concentrazione, che al giorno d’oggi è sempre più minata dall’utilizzo di smartphone e social”.
Giulia Turato
Edizione
GIVE EMOTIONS SRL | C.F. e P.IVA 04385760287 REA PD-385156 | Reg. Tribunale di Padova n. 2516