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Cultura
08.09.2025 - 15:15
Foto di repertorio
L’inizio di settembre, in Veneto, non è solo il ritorno alla scuola o alla routine lavorativa: è un momento di passaggio che da secoli viene raccontato e custodito attraverso i proverbi popolari. Frasi semplici, tramandate oralmente, che sanno ancora oggi fotografare con sorprendente attualità lo spirito del mese e i suoi ritmi.
Abbiamo scelto tre proverbi veneti tra i più noti e significativi, che ci parlano di vendemmia, meteo e lavoro. Ecco come, nella saggezza contadina, settembre prende forma.
(Settembre, agosto e vendemmia)
Il detto gioca sull’assonanza tra "òsto" (l’ultimo) e il verbo “vendemiar”, sottolineando come settembre sia l’ultimo scampolo d’estate, ma anche il cuore della vendemmia. È il mese in cui le campagne si animano: grappoli d’uva maturi, tini, ceste e mani laboriose raccontano di un Veneto che, dalla Valpolicella al Prosecco, vive ancora oggi questo rito come un momento collettivo e identitario. La vendemmia è lavoro, ma anche festa. È memoria, ma anche futuro.
(Settembre rinfresca i piedi, ottobre fa il suo dovere)
Con questo proverbio si parla del cambiamento climatico che segna il mese: le giornate si accorciano, l’aria si fa più frizzante, le prime nebbie annunciano l’autunno. “Rinfrescare i piedi” è una metafora concreta: un invito a mettere da parte i sandali e riscoprire calze e scarpe chiuse. Il passaggio è dolce ma evidente: settembre è un ponte tra stagioni, un mese che porta equilibrio dopo gli eccessi dell’estate.
(Chi non ha lavorato prima, a settembre dovrà faticare molto)
Una lezione antica quanto attuale: chi ha rimandato o sprecato il tempo nei mesi precedenti, a settembre sarà costretto a recuperare con maggiore fatica. È il proverbio che più rappresenta il ritorno al lavoro, alla scuola, agli impegni. Un monito alla responsabilità e alla programmazione, tipico della cultura contadina veneta, che aveva ben chiaro il valore del tempo e della preparazione.
Questi tre proverbi non sono solo curiosità folkloristiche: rappresentano ancora oggi un linguaggio vivo, capace di interpretare la quotidianità. Parlano di ritmo naturale, di disciplina, ma anche di senso della comunità.
Settembre, in Veneto, non è mai stato solo un mese: è un momento simbolico, fatto di vendemmie e sveglie presto, di primi freddi e nuovi inizi. E nella voce dei proverbi, si sente ancora il passo lento ma deciso di chi, in questa terra, ha imparato a vivere in sintonia con le stagioni.
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