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Contiamo da sinistra a destra perché il cervello è “programmato” così: lo dimostra uno studio dell’Università di Padova

La lateralizzazione cerebrale, influenzata dalla luce durante lo sviluppo embrionale, è fondamentale per la nascita della linea numerica mentale. La scoperta arriva osservando i pulcini

Contiamo da sinistra a destra perché il cervello è “programmato” così: lo dimostra uno studio dell’Università di Padova

Foto di repertorio

Contare da sinistra a destra non è solo una convenzione culturale legata alla lettura o alla scrittura: è una predisposizione biologica. Lo rivela uno studio rivoluzionario condotto dal Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, che dimostra per la prima volta come la lateralizzazione cerebrale – cioè la specializzazione funzionale dei due emisferi del cervello – sia indispensabile per lo sviluppo di quella che viene chiamata la “linea numerica mentale”.

La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale «eLife», si è basata su un esperimento originale: l’osservazione del comportamento di pulcini appena nati. I risultati sono sorprendenti: solo gli esemplari esposti alla luce durante la fase embrionale – e quindi con una lateralizzazione cerebrale ben sviluppata – mostrano una chiara preferenza nel disporre mentalmente i numeri da sinistra a destra.

“Questa è la prima prova sperimentale diretta che la lateralizzazione non solo è associata alla linea numerica mentale, ma ne è la condizione necessaria”, spiega la professoressa Rosa Rugani, prima autrice dello studio. “Questo suggerisce che la nostra percezione numerica nello spazio ha radici biologiche profonde, anche se viene poi modellata dall’ambiente”.

Una scoperta con implicazioni evolutive

Secondo i ricercatori, questa disposizione spaziale dei numeri potrebbe offrire vantaggi evolutivi. Ad esempio, un’esplorazione visiva da sinistra a destra aiuterebbe i pulcini a identificare e quantificare meglio le risorse alimentari, aumentando le probabilità di sopravvivenza.

La professoressa Lucia Regolin, coautrice dello studio, sottolinea l’importanza di queste scoperte anche per comprendere meglio il funzionamento del cervello umano:

“Capire le basi biologiche della cognizione numerica ci permette di comprendere perché e quando certe abilità emergono, e cosa succede in presenza di un’organizzazione cerebrale atipica”.

Non solo cultura: anche natura

Finora si pensava che la linea numerica mentale – l’idea che i numeri più piccoli stiano “a sinistra” e quelli più grandi “a destra” – fosse frutto dell’educazione e dell’esperienza culturale. Ma lo studio padovano ribalta questa teoria, mostrando che la tendenza è innata, biologicamente radicata e attivata da stimoli ambientali precoci, come l’esposizione alla luce prima della nascita.

Una nuova frontiera della neuropsicologia

Questo lavoro apre nuove prospettive nella ricerca sulle origini del pensiero numerico, con implicazioni anche per lo studio dei disturbi dell’apprendimento, dell’autismo e di altre condizioni in cui la lateralizzazione cerebrale risulta alterata.

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