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13.09.2025 - 10:58
Foto di repertorio
Un capolavoro del Neoclassicismo torna al centro dell’attenzione culturale grazie alla collaborazione tra due città profondamente legate all’eredità di Antonio Canova. È infatti partito in questi giorni il restauro dell’Amorino Lubomirski, raffinata scultura in gesso realizzata dal maestro nel 1785, ora custodita nei Musei Civici di Treviso.
Il progetto nasce da una collaborazione tra il Comune di Treviso e la Gypsotheca Museo Antonio Canova di Possagno, in un’iniziativa che non si limita alla sola conservazione dell’opera, ma rafforza un dialogo culturale che dura da anni.
L’Amorino ritrae il giovane Henryk Lubomirski, aristocratico polacco raffigurato simbolicamente nelle vesti di Cupido. Danneggiata nel corso della Prima Guerra Mondiale, l’opera aveva già subito un primo intervento nel 2013. Oggi, a oltre un secolo dal conflitto che la compromise, si è resa necessaria una nuova azione conservativa.
I lavori, affidati alla ditta Passarella di Padova, si svolgono sotto l’attenta supervisione scientifica della Gypsotheca e della Soprintendenza. Il Comune di Treviso partecipa attivamente al finanziamento, confermando l’impegno dell’amministrazione nel tutelare il patrimonio storico-artistico.
L’intervento sull’Amorino giunge a coronamento di una stagione di intensa cooperazione tra Treviso e Possagno, già celebrata attraverso la mostra “La Maddalena e la Croce. Amore sublime”, che ha visto il prestito da Possagno della celebre Maddalena giacente.
Il sindaco di Possagno, Valerio Favaro, ha espresso gratitudine per il sostegno ricevuto, sottolineando come la tutela dell’eredità canoviana sia un dovere condiviso. Anche la direttrice della Gypsotheca, Moira Mascotto, ha evidenziato l’importanza del restauro come simbolo di memoria collettiva.
Il ritorno all’antico splendore dell’Amorino Lubomirski non è solo un fatto tecnico, ma un messaggio potente: la bellezza va protetta, tramandata, condivisa. In un tempo segnato da sfide globali, la cultura resta un bene comune che unisce territori, istituzioni e cittadini.
Con questo intervento, Treviso e Possagno rinnovano il loro ruolo di custodi attivi dell’opera di Canova, restituendo al pubblico non solo una scultura, ma una testimonianza viva di armonia, grazia e memoria storica.
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