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Fregona Borghi e Natura 2025
13.09.2025 - 15:13
Foto di repertorio
Mille presenze, quattro giorni intensi, decine di ospiti e un tema centrale che ha guidato ogni appuntamento: le Sfide. La sesta edizione del Festival Fregona Borghi e Natura si è chiusa nel segno della partecipazione e della crescita. Una manifestazione ormai consolidata, capace di trasformare il borgo trevigiano in un laboratorio diffuso di idee, dialogo e cultura.
Organizzato dall’Associazione Fregona Borghi e Natura, il Festival ha riempito vie, piazze e spazi condivisi con incontri, laboratori, spettacoli e momenti di confronto che hanno coinvolto tutte le generazioni. Il filo conduttore? Le sfide del nostro tempo, declinate in ambito scientifico, sociale, economico, ambientale e culturale.
Tra i temi più dibattuti, le frontiere dell’intelligenza artificiale, della bioingegneria e della sostenibilità economica. Il festival ha ospitato figure di primo piano dal mondo accademico, giornalisti, imprenditori e ricercatori, in dialogo aperto con il pubblico. Presente anche l’Accademia della Crusca, che ha sottolineato il valore della scrittura a mano come patrimonio da preservare.
Un incontro molto apprezzato è stato quello con Donatella Ricci, astrofisica e pilota, esempio vivente di chi ha saputo affrontare (e vincere) le proprie sfide personali. A livello locale, ha colpito il racconto dell’imprenditore Ruggero Azzalini, fregonese, pioniere dell’innovazione nel settore del legno, che ha saputo coniugare tradizione artigianale e visione industriale.
Tra le novità più apprezzate di questa edizione, il concerto all’alba del “pianista fuori posto” Paolo Zanarella, autentico esperimento artistico e logistico che ha riscosso grande entusiasmo.
Il Festival non ha evitato i temi delicati. Spazio anche alla geopolitica, con un momento dedicato al conflitto israelo-palestinese, per offrire uno sguardo umano e complesso su una delle crisi più dolorose del presente.
Grande attenzione, come sempre, è stata riservata ai più giovani: laboratori didattici li hanno messi alla prova con sfide concrete, dalla costruzione di rifugi d’emergenza alla scoperta della geometria attraverso il gioco. Il tutto in un contesto accessibile, partecipato, dove cultura significa prima di tutto comunità.
Il Festival si è chiuso con uno spettacolo audace: lo storico Guido Damini ha raccontato la storia dell’umanità in soli 90 minuti, unendo rigore e leggerezza, e lasciando al pubblico il messaggio più forte di tutti: comprendere il passato per affrontare meglio il futuro.
Quest’anno l’organizzazione ha sperimentato anche una web app dedicata, per facilitare la fruizione degli eventi. Il risultato? Un ottimo riscontro, con centinaia di consultazioni. Un altro tassello nella costruzione di un progetto che guarda lontano.
Il successo dell’edizione 2025 è il frutto di un gioco di squadra: dai volontari locali agli sponsor che hanno creduto nel valore del Festival, passando per i partner istituzionali che ne hanno riconosciuto il significato. Ma il ringraziamento più grande va al pubblico, che con domande, attenzione e curiosità ha reso ogni incontro un’esperienza viva.
Il tema del 2026? Ancora top secret, ma una cosa è certa: la sfida continua. Perché portare la cultura nei borghi non è solo un obiettivo, ma una missione condivisa. E Fregona, ancora una volta, ha dimostrato di essere all’altezza.
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