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Attualità
20.09.2025 - 08:16
Foto di repertorio
Dietro il luccichio dell’acqua e i riflessi dorati delle calli, Venezia cela un volto nascosto. Una città che non smette mai di raccontare, ma che lo fa sottovoce, tra pietre consumate, porte murate e simboli scolpiti nei secoli. È proprio lì, in quegli angoli sfuggiti alla vista dei turisti frettolosi, che si nascondono i segreti della Serenissima: storie mai scritte nei libri di storia ufficiale, curiosità sussurrate da guide esperte, verità che si confondono con le leggende.
In Campo dei Mori, tra i sestieri di Cannaregio e Castello, si trova una porta murata sulla facciata di Palazzo Mastelli del Cammello. Secondo la leggenda, tre mercanti orientali, trasformati in pietra per aver truffato una nobildonna veneziana, vegliano ancora oggi sulla città sotto forma di statue. La porta murata? Sarebbe l’ingresso che usarono per fuggire... prima di essere puniti.
Pochi sanno che a Piazza San Marco le colonne dovevano essere tre, non due. La terza colonna, trasportata da Alessandria d’Egitto, cadde in mare durante lo sbarco. Da allora nessuno è riuscito a recuperarla. C'è chi dice che sia ancora sul fondale, protetta da misteriosi vortici, e chi giura che nasconda un'antica reliquia cristiana.
Tra le tante pietre "mute" di Venezia, ce n'è una che parlava eccome: la Pietra del Bando, incastonata nel muro della Chiesa di San Simeon Piccolo. Qui, le autorità annunciavano pubblicamente editti e condanne, ma anche — dicono — condanne segrete, affidate alla voce della pietra, che si dice fosse collegata ai canali di spionaggio dei Servizi Segreti della Serenissima. Un antico sistema di controllo, più temuto dell'Inquisizione.
A Torcello, poco fuori dalla Venezia più conosciuta, il Ponte del Diavolo è privo di parapetti e avvolto dal mistero. La leggenda narra che una nobildonna veneziana, disperata per la morte del suo amante austriaco, si rivolse a una strega per riportarlo in vita. Il Diavolo in persona le concesse l'anima dell'amato, ma in cambio avrebbe chiesto ogni anno, la notte di Natale, l’anima di un bambino. La donna, pentita, non mantenne il patto. Ogni Natale, il Diavolo aspetta ancora, sul ponte.
Simbolo indiscusso di Venezia, il leone alato di San Marco è onnipresente. Ma in un mosaico della Basilica, la sua coda non si vede. Nessun errore artistico: si tratterebbe di un messaggio cifrato, lasciato dai costruttori bizantini per indicare un passaggio segreto sotto la chiesa, un tempo usato dai Dogi per rifugiarsi in caso di pericolo.
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