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Olimpiadi 2026, il boom dei cantieri e dei turisti promette una rinascita per le Dolomiti venete

Dai dati della Cassa Edile di Belluno emerge un’impennata di imprese e lavoratori nelle valli olimpiche, confermando la trasformazione del Bellunese in un polo di sviluppo e attrazione turistica

Cortina d'Ampezzo

Cortina d'Ampezzo

Le Dolomiti venete si preparano a vivere un periodo di fermento senza precedenti grazie alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. Lo confermano i dati appena pubblicati dalla Cassa Edile di Belluno, che fotografano un vero e proprio boom nell’edilizia locale, tra cantieri e ristrutturazioni.

“Già percorrendo le valli che ospiteranno le gare si nota un susseguirsi di gru e cantieri. I numeri riportati oggi dai media locali confermano che le nostre ‘Terre alte’ sono protagoniste di una rinascita concreta – commenta il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. – Questo rilancio coinvolge non solo l’edilizia, ma diversi settori, e rappresenta una vera opportunità di benessere per tutto il territorio dolomitico”.

Secondo i dati, le imprese iscritte alla Cassa Edile in provincia di Belluno sono 547, ben 22 in più rispetto all’anno precedente, con oltre 5.000 lavoratori impegnati. La massa salariale è cresciuta da 35 a 41 milioni di euro, con ulteriori aumenti previsti nei prossimi mesi. “I cantieri olimpici e quelli infrastrutturali non sono l’unica causa, ma senza dubbio hanno avuto un ruolo centrale. Molte strutture ricettive e impianti sportivi storici sono stati rinnovati, in quello che possiamo definire un cambiamento epocale per le valli venete”, aggiunge Zaia.

Le previsioni degli atenei La Sapienza, Bocconi e Ca’ Foscari, già positive, sembrano confermate: l’impatto economico stimato delle Olimpiadi e Paralimpiadi potrebbe superare i 5 miliardi di euro tra preparazione, eventi e post-giochi, con almeno due milioni di visitatori in arrivo per assistere alle gare e oltre tre miliardi e mezzo di spettatori da tutto il mondo collegati da remoto.

“Questa è l’occasione che le nostre valli aspettavano da decenni – conclude Zaia. – Ci ho creduto anche quando sembrava un sogno solitario; oggi possiamo vedere i primi segnali concreti di un vero rinascimento delle Dolomiti venete”.

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