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Crisi aziendale
16.09.2025 - 15:48
Pierpaolo Piva, segretario generale fai cisl Venezia
La notizia della chiusura di Cam e Cam Evolution, due realtà storiche del settore ittico lagunare, scuote la città e l’intero Veneziano. Dopo mesi senza stipendi, una cinquantina di lavoratori – e con loro altrettante famiglie – si ritrovano senza un’occupazione, mentre sullo sfondo resta l’incognita di un futuro sempre più incerto per una filiera fondamentale come quella della pesca, da sempre pilastro economico accanto ad agricoltura e turismo.
«Siamo molto amareggiati – commenta Pierpaolo Piva, segretario generale della Fai Cisl Venezia –. È inaccettabile che i dipendenti siano rimasti tre mesi senza paga. La cassa integrazione non avrebbe risolto tutto, ma avrebbe dato respiro sia alle famiglie che all’azienda. Nonostante tutto, i lavoratori hanno dimostrato grande dignità. Ora ci auguriamo possano trovare presto una nuova collocazione».
Piva punta il dito sulla gestione aziendale, ritenuta alla base della crisi, aggravata dai cambiamenti climatici che hanno ridotto le quantità di prodotto. «I datori di lavoro devono assumersi le loro responsabilità – aggiunge –. Con una conduzione più attenta forse oggi non saremmo a questo punto».
A lanciare l’allarme anche Michele Zanocco, segretario generale della Cisl Venezia, che richiama la necessità di un progetto più ampio per il futuro industriale della zona: «È inammissibile che due aziende così importanti chiudano per mancanza di visione. Chioggia e Sottomarina non possono permettersi di perdere un settore strategico come quello della pesca. Non solo va salvaguardato, ma deve essere rilanciato, tenendo le imprese qui sul territorio».
L’appello dei sindacati è chiaro: serve un tavolo di crisi che non si limiti a gestire l’emergenza, ma che punti a riportare al centro lo sviluppo del polo ittico chioggiotto, magari con nuove aziende pronte a raccogliere l’eredità di Cam e Cam Evolution.
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