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Sanità locale

Nasce a Sant’Alvise il primo centro di riabilitazione intensiva nel cuore di Venezia

Ulss 3 Serenissima e Fisiosport Terraglio presentano il servizio in Cannaregio: accanto alle cure in ambulatorio parte anche il progetto “Venezia Vita” per la riabilitazione a domicilio

L'assessore Lanzarin alla presentazione del progetto

L'assessore Lanzarin alla presentazione del progetto

Una novità storica per la sanità della città lagunare: nel sestiere di Cannaregio, presso il centro “C. Reyer” di Sant’Alvise, è stato presentato il primo presidio di riabilitazione intensiva del centro storico. L’iniziativa porta la firma di Ulss 3 Serenissima e Fisiosport Terraglio Impresa Sociale, che già da qualche mese offrono cure specialistiche a pazienti con disabilità, ora anche in acqua grazie alla piscina riabilitativa.

Alla conferenza di lancio hanno preso parte l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, il direttore generale dell’Ulss 3, Edgardo Contato, il vicesindaco di Venezia Andrea Tomaello, oltre ai responsabili delle strutture coinvolte. «Un progetto che la Regione sostiene con convinzione – ha sottolineato Lanzarin – perché risponde in modo concreto ai bisogni della popolazione in una città unica e complessa come Venezia».

Il centro di Sant’Alvise rappresenta il primo servizio del genere mai attivo nella storia del centro storico veneziano. Qui opera un’équipe multidisciplinare formata da fisioterapisti, logopedisti, terapisti occupazionali, psicologi e psicomotricisti, capace di seguire i casi più delicati provenienti dal centro e dalle isole.

Accanto al servizio ambulatoriale è stato presentato anche “Venezia Vita”, progetto innovativo di riabilitazione a domicilio nato dalla collaborazione tra Fisiosport Terraglio e Fisiolab 8.14 di Vicenza, già nota per il “Fisiovan”, ambulatorio mobile attivo in Veneto da due anni. Per la prima volta in regione, un servizio domiciliare ottiene l’autorizzazione ufficiale da parte di Azienda Zero.

Gli operatori di “Venezia Vita” si muoveranno tra calli, ponti e imbarcazioni con zaini e trolley appositamente brevettati: leggeri, impermeabili e auto-igienizzanti, pensati per trasportare strumenti medici anche nelle condizioni più difficili della città lagunare. «Portiamo la riabilitazione direttamente nelle case dei pazienti – ha spiegato Mara Mezzalira, coordinatrice di Fisiolab 8.14 – un’idea nata durante il Covid e che oggi trova a Venezia il contesto ideale».

Il direttore generale Contato ha ricordato come il progetto rientri in un percorso più ampio di sanità di prossimità avviato dall’Ulss 3: «Accanto agli infermieri di famiglia e ai servizi porta a porta sperimentati durante la pandemia, ora anche la riabilitazione diventa più vicina ai cittadini».

Un passo importante, dunque, per il centro storico e le isole, dove la popolazione anziana e fragile potrà contare su un servizio finora disponibile solo in terraferma. «Un segnale di attenzione concreto verso i più deboli – ha commentato il vicesindaco Tomaello – che porterà benefici a tutta la comunità veneziana».

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