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Crisi economica

Treviso e Belluno rallentano sui mercati esteri, pesa la frenata dagli Stati Uniti

Nei primi sei mesi del 2025 le esportazioni segnano -2% a Treviso e -2,2% a Belluno. Flessione legata alle tensioni commerciali con Washington

Foto di repertorio

Foto di repertorio

Dopo anni di crescita continua, l’export trevigiano e bellunese registra un primo segnale di rallentamento. Secondo i dati Istat, nel primo semestre 2025 le esportazioni hanno segnato una flessione del -2% per la Marca e del -2,2% per il Bellunese.

A incidere maggiormente, spiega il presidente della Camera di Commercio Treviso-Belluno|Dolomiti Mario Pozza, è l’incertezza legata alle politiche commerciali americane. Gli Stati Uniti restano infatti un mercato chiave: terzo per Treviso con 646 milioni di euro (8,3% del totale) e addirittura primo per Belluno con 342 milioni (12,9%). Ma rispetto al 2024 le vendite sono scese: -4,4% da Treviso e un pesante -41,4% da Belluno, dove a soffrire è soprattutto l’occhialeria, colonna portante del manifatturiero locale.

Non mancano però le note positive. A Treviso tengono i macchinari industriali (+0,6%), sostenuti soprattutto dalle richieste tedesche (+14,5%) e francesi (+8,6%), mentre le bollicine trevigiane segnano addirittura +10,8%, trainate da un boom di ordini nel primo trimestre. A Belluno la filiera del freddo cresce del +9,1% e si segnala una ripresa verso la Germania (+6,1%), dove trovano spazio occhiali, macchinari e componenti elettronici.

«Questi dati ci ricordano quanto sia strategico diversificare i mercati – commenta Pozza –. Oltre all’Europa, vediamo segnali incoraggianti dal Messico e dall’America Latina».

Proprio su quest’ultimo fronte, Treviso si prepara a ospitare a metà ottobre il Forum PYMES: tre giorni di incontri d’affari con delegazioni provenienti da 20 Paesi latinoamericani. «Un’occasione – conclude Pozza – per trasformare le difficoltà sui mercati tradizionali in nuove opportunità di crescita».

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