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Castelfranco, ex allievo dello Steffani è il nuovo direttore del Concentus Musicus Patavinus

Un importante traguardo per il giovane musicista Matteo Boischio alla guida dell’orchestra universitaria di Padova

Castelfranco, ex allievo dello Steffani è il nuovo direttore del Concentus Musicus Patavinus

Matteo Boischio

Dalle aule del Conservatorio Steffani alla guida di un’orchestra universitaria con oltre 40 anni di storia: è il percorso di Matteo Boischio, ex allievo dello storico istituto castellano, nominato lo scorso luglio direttore del Concentus Musicus Patavinus dell’Università di Padova.

“È stata una bellissima notizia, soprattutto perché è arrivata durante il mio percorso di studi al Conservatorio di Trieste – racconta Boischio –. Ricevere un incarico di direzione mentre si è ancora studenti è un evento più unico che raro. Accolgo con grande soddisfazione questa sfida: le aspettative sono molto alte e l’obiettivo è trasformare questa realtà in una grande istituzione, capace di rendere orgogliosi i suoi musicisti”.

Diplomato in composizione summa cum laude al Conservatorio Agostino Steffani sotto la guida del maestro Nicola Straffelini, nel 2023 Boischio intraprende ufficialmente il suo percorso di studi in direzione d’orchestra al Conservatorio Tartini di Trieste, dove si diploma a luglio scorso con il maestro Marco Angius. Ma è proprio al Conservatorio Steffani che muove i suoi primi passi, manifestando sin da subito una vicinanza viscerale alla direzione d’orchestra:

“L’esperienza di Castelfranco ha aperto le porte a tutto quello che è il mio essere musicista oggi. Ho frequentato lo Steffani per cinque anni, durante i quali mi sono formato non solo come compositore ma anche come strumentista e direttore di coro e orchestra. È stato un percorso decisivo, che mi ha dato una preparazione solida e mi ha permesso di incontrare docenti e colleghi determinanti per la mia crescita personale e artistica, offrendomi opportunità professionali e un sostegno costante. Conservo un ricordo bellissimo di quel periodo e sono molto legato al Conservatorio Steffani che, pur essendo una realtà di provincia, rappresenta un punto di riferimento fondamentale per gli studenti di tutta la zona”.

Decisivo per il suo percorso anche il contatto con il Teatro Accademico di Castelfranco, con cui il Conservatorio Steffani collabora stabilmente. È qui che Boischio ha avuto modo di cimentarsi nella pratica della direzione:

“È stato il luogo in cui ho potuto confrontarmi direttamente con l’orchestra, non solo come compositore ma anche come esecutore e interprete. La mia prima laurea, infatti, l’ho conseguita presentando e dirigendo brani scritti da me stesso”.

Durante la sua formazione, Boischio ha maturato esperienze significative, vincendo nel 2024 il concorso World Grand Prix International Music Contest dirigendo i Lieder eines Fahrenden Gesellen di Mahler. A Trieste ha preso le redini dell’Ensemble Contemporaneo Tartini, guidando attività formative e concertistiche nel primo anno di studi e a maggio scorso ha debuttato nel repertorio operistico con “Il Giro di Vite” di Benjamin Britten al Teatro Verdi, ottenendo un grande successo di pubblico. Parallelamente ha approfondito la direzione d’orchestra e di coro con maestri come Francesco Ivan Ciampa e Francesco Lanzillotta, partecipando a masterclass a Milano e a Bergamo, approfondendo generi musicali che vanno dall’opera all’oratorio.

Con la nomina al Concentus Musicus Patavinus, si apre un nuovo capitolo. Nato nel 1984 per volere del musicologo Giulio Cattin, il CMP è l’ensemble musicale ufficiale dell’Università di Padova, che da sempre promuove un’intensa attività concertistica e di ricerca. Articolato in diversi gruppi, riesce a spaziare dal canto gregoriano alla musica jazz, coprendo buona parte della produzione musicale occidentale. Nel corso della sua storia ha ospitato direttori, solisti e compositori di rilievo internazionale, imponendosi come un punto di riferimento nel panorama delle orchestre universitarie italiane. Accanto all’aspetto artistico e di ricerca, il Concentus si caratterizza anche per la forte dimensione formativa: gli studenti partecipano a prove e laboratori con cadenza settimanale che prevedono, durante l’anno accademico, esperienze e momenti performativi condivisi con il pubblico. L’obbiettivo è riunire persone accomunate da valori condivisi e con lo stesso desiderio di fare musica insieme, diffondendo al tempo stesso la tradizione e la cultura sviluppate nell’ambito dell’Università. Una sfida che Boischio ha accolto con entusiasmo e con uno sguardo rivolto al futuro:

“L’idea è di avere una stagione pronta a inizio ottobre, in cui verranno fissati gli impegni con l’orchestra, atti a renderla un’istituzione sempre più importante e radicata nel territorio”.

Giulia Turato 

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