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Attualità
20.09.2025 - 09:45
Immagine di repertorio
Chi visita Villa Pisani a Stra, lungo la magnifica Riviera del Brenta, spesso rimane rapito dalle sale affrescate, dalla maestosa facciata e dalla quiete elegante del parco. Ma è solo spingendosi oltre la prima impressione che si scopre il vero cuore enigmatico del complesso: il labirinto.
Un tempo passatempo aristocratico, oggi attrazione misteriosa e suggestiva, il labirinto di siepi di Villa Pisani è uno dei pochi rimasti intatti in Europa. E non uno qualsiasi: secondo molti storici dell’arte e giardinieri paesaggisti, è tra i più affascinanti del continente.
Costruito nel XVIII secolo, il labirinto non era solo un divertimento per i nobili veneziani: era un simbolo di potere, ingegno e controllo. Dodici cerchi concentrici di siepi alte e fitte formano un percorso che conduce al centro, dove si erge una torretta bianca, un piccolo padiglione con terrazza.
Salire lì sopra, dopo aver trovato la via d’uscita, è come conquistare una vetta: chi arriva in cima, guarda tutti dall’alto e si gode la vittoria. Un tempo, raccontano i documenti, era lì che sedeva la dama di compagnia della padrona di casa, per “guidare” i malcapitati che si perdevano tra le siepi. O forse per osservarli in silenzio e divertirsi un po’.
C'è una storia – forse leggenda, forse verità – che racconta di Napoleone Bonaparte, ospite della villa nel 1807, che pare si fosse cimentato nel labirinto. Si dice che, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, abbia rinunciato con una risata. Anche i grandi si perdono, a volte.
Ma non solo imperatori: studiosi, filosofi, visitatori illustri si sono confrontati con questo dedalo naturale. E ancora oggi, tra le siepi, si sentono risate, piccoli litigi, chiamate da una parte all’altra: l’illusione di controllo svanisce subito. È un luogo che mette alla prova l’orientamento… e la pazienza.
Il labirinto è parte integrante del parco monumentale di Villa Pisani, una delle residenze più iconiche dell’aristocrazia veneziana, costruita per la potente famiglia Pisani nel Settecento. Oggi è patrimonio dello Stato italiano e museo nazionale.
Le siepi, di bosso (buxus), sono curate con attenzione per mantenere la forma originaria, ma sono soggette a malattie e cambiamenti climatici. Il labirinto è fragile quanto affascinante, ed è proprio la sua delicatezza che lo rende così speciale. Camminarci dentro significa attraversare secoli di storia, con rispetto e meraviglia.
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