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Dottor Diego Silvestri e il fine vita: «In Veneto la situazione resta ferma, mentre altre regioni avanzano»

Nonostante le richieste e una proposta di legge bocciata, nel Veneto molte persone rimangono in attesa di risposte e dignità

Diego Silvestri

Diego Silvestri, presidente vicentino dell'associazione Luca Coscioni

Il tema del fine vita rimane ancora oggi uno degli argomenti più delicati e poco affrontati nel dibattito pubblico e politico, nonostante coinvolga direttamente la vita di molte persone affette da patologie incurabili. Ne parla il dottor Diego Silvestri, consulente dell’Associazione Luca Coscioni, ospite di Buongiorno Veneto su Radio Veneto24.

Silvestri sottolinea come altre regioni italiane, come Toscana, Sardegna ed Emilia Romagna, abbiano già approvato normative specifiche sul suicidio medicalmente assistito, dando una cornice legale chiara a chi ne fa richiesta. Nel Veneto, invece, dopo una lunga e accesa discussione, la proposta di legge è stata bocciata oltre un anno fa, lasciando molte persone in un limbo senza risposte certe.

«In Veneto ci sono quasi una ventina di persone che aspettano una risposta – spiega Silvestri – persone consapevoli, lucide, che chiedono di poter scegliere una morte dignitosa. È civile inaccettabile che debbano attendere ancora mesi, mentre in Toscana già due persone hanno potuto esercitare questo diritto».

Il medico evidenzia come la normativa vigente rispetti quanto stabilito dalla Corte Costituzionale e come la legge approvata in Sardegna riprenda integralmente la proposta avanzata dall’Associazione Luca Coscioni. «Questo dimostra che una regolamentazione chiara è possibile e necessaria», afferma.

Uno dei problemi principali, secondo Silvestri, è lo scollamento tra la volontà dei cittadini – che sono largamente favorevoli a una legge sul fine vita – e i decisori politici. «Il vero ostacolo è che una persona possa scegliere in modo consapevole come morire, cosa che in qualche modo dà fastidio a chi ha potere decisionale», commenta.

Il dottor Silvestri ricorda come il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si fosse inizialmente detto favorevole alla proposta, ma successivamente il tema è sparito dai radar politici. «Queste persone non sono abbandonate, ma soffrono in un limbo burocratico, e questo significa che siamo artefici di una tortura», conclude con forza.

La speranza è che la politica possa presto sedersi al tavolo con le parti in causa, ascoltando chi vive quotidianamente queste sofferenze. Nel frattempo, l’Associazione Luca Coscioni continuerà a portare avanti la battaglia per il diritto alla dignità nella fine della vita.

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