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Riunita dopo secoli la Bibbia Istoriata padovana: capolavoro trecentesco in mostra

Dal 17 ottobre al Museo Diocesano di Padova le due parti dell’opera, divise per oltre 500 anni tra Rovigo e Londra, tornano finalmente insieme

Riunita dopo secoli la Bibbia Istoriata padovana: capolavoro trecentesco in mostra

Foto di repertorio

Dopo oltre cinque secoli di separazione, le due parti superstiti della Bibbia Istoriata padovana, una delle opere più preziose della miniatura italiana del Trecento, torneranno a essere riunite in un'unica esposizione. L’evento sarà ospitato dal Museo Diocesano di Padova, nel Salone dei Vescovi, dal 17 ottobre 2025 al 19 aprile 2026, nell’ambito della mostra “La Bibbia Istoriata Padovana: la città, gli affreschi”.

Le due sezioni della Bibbia, realizzate a Padova alla fine del XIV secolo, sono state conservate separatamente: una presso l’Accademia dei Concordi di Rovigo, l’altra alla British Library di Londra. Quest’ultima, nota anche come “Bibbia Sussex”, comprende quattro libri del Pentateuco e il libro di Giosuè; quella rodigina contiene invece la Genesi e il libro di Ruth. In totale, si contano oltre 870 miniature su pergamena, realizzate con lamine d’oro, colori a tempera e testi in volgare veneto.

Il progetto espositivo è il frutto di una complessa collaborazione tra istituzioni italiane e internazionali, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in accordo con la Diocesi di Padova, la British Library e l’Accademia dei Concordi.

Le miniature della Bibbia non solo illustrano episodi biblici, ma ricostruiscono fedelmente la vita sociale e culturale della Padova medievale, offrendo scorci di città, campagne, riti matrimoniali, attività bancarie e pratiche agricole. Gli studiosi hanno evidenziato come i personaggi rappresentati non siano quelli della tradizione biblica, ma uomini e donne dell’epoca, in un contesto urbano riconoscibile.

L’opera appare frutto di una concezione artistica unitaria, con una regia culturale e iconografica chiara. Le analisi sulle miniature suggeriscono l’intervento di almeno tre mani diverse: una di particolare raffinatezza, probabilmente il capobottega, e altre due con funzioni più esecutive.

Rimangono tuttora misteriose alcune vicende storiche dell’opera. La sezione conservata a Rovigo fu donata all’Accademia dei Concordi nel 1835 dal cardinale Girolamo Silvestri, appassionato bibliofilo che aveva l’abitudine di rimuovere i nomi dei precedenti proprietari dai manoscritti miniati. La parte oggi alla British Library fu invece acquisita a Londra nel 1907, ma appartenne nel XIX secolo al Duca di Sussex, che la ricevette nel 1844, non si sa con quale modalità. L’ultima traccia documentata dell’opera unita risalirebbe al Cinquecento, quando era forse nelle mani di un mercante veneziano.

La mostra padovana intende collocare la Bibbia Istoriata all’interno della più ampia tradizione artistica della Padova trecentesca, mettendola in relazione con i cicli pittorici di Giotto nella Cappella degli Scrovegni e di Giusto de’ Menabuoi nel Battistero del Duomo. Il percorso espositivo sarà arricchito da supporti multimediali, apparati esplicativi, riproduzioni digitali integrali delle pagine e opere collegate, per offrire al pubblico un’esperienza immersiva.

L’intera operazione si inserisce anche in un progetto di valorizzazione della “Città Dipinta”, titolo riconosciuto dall’UNESCO, per rafforzare la percezione di Padova come centro d’eccellenza culturale ed editoriale nel tardo Medioevo. La mostra intende sottolineare anche il legame profondo tra arte, fede e cultura, alla base di un’opera che non fu realizzata per la devozione privata, ma come simbolo di prestigio, destinata probabilmente ai Carraresi, signori della città.

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