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Città italiana del vino

Conegliano esclusa: la Città del Vino 2026 sarà in Basilicata

Il riconoscimento va all’area del Vulture. Sfuma il sogno del Prosecco Superiore nonostante una candidatura ambiziosa

Città italiana del vino 2026: la Basilicata batte Conegliano

Foto di repertorio

La candidatura di Conegliano e del territorio del Prosecco Superiore non è bastata: il titolo di Città italiana del vino 2026è stato assegnato all’area lucana del Vulture, un’unione di 14 Comuni guidati da Ripacandida, terra madre dell’Aglianico.

La giuria, composta da esperti del settore enologico, accademici e giornalisti specializzati, ha scelto all’unanimità il progetto presentato dai comuni del Vulture, che include località come Melfi, Venosa, Rionero in Vulture, Barile, Lavello e altre realtà legate da un’antica tradizione vitivinicola. A convincere è stata la coesione territoriale, la forte identità culturale e un piano di valorizzazione mirato e sostenibile.

Conegliano, sostenuta da altri 14 Comuni della DOCG, aveva messo in campo una proposta imponente: 190 eventi previsti, oltre 21 milioni di euro di investimenti, il coinvolgimento delle cantine e della storica Scuola Enologica. Il progetto, pur considerato di alto livello, non ha superato la proposta lucana per visione strategica e innovazione nei percorsi di promozione del vino come leva culturale e turistica.

Per Conegliano, che si trova nel cuore delle colline patrimonio UNESCO, la mancata nomina rappresenta una delusione, ma anche uno stimolo per continuare a investire nella qualità e nella narrazione del proprio territorio, già tra i più apprezzati al mondo nel panorama enologico.

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