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Attualità
23.09.2025 - 14:07
Foto di repertorio
Nel cuore del Lago di Garda, una pagina di storia si chiude con la decisione di Rosella Orlandi, ottantenne di Peschiera, di dire addio alle reti dopo oltre sessant’anni passati a pescare. Prima e ultima donna pescatrice di questo specchio d’acqua, Rosella ha incarnato una figura unica, capace di sfidare pregiudizi, difficoltà e persino atti vandalici per portare avanti una tradizione antica, oggi minacciata dall’inquinamento e dall’arrivo di specie invasive.
Rosella ha iniziato a pescare fin da bambina, guidata dalla mano esperta del padre Gino, che le ha trasmesso la conoscenza di ogni angolo del lago, delle correnti, dei fondali e delle stagioni migliori per la pesca. Dopo la scomparsa del padre, ha proseguito con l’aiuto di amici e del marito Carlo, affrontando con determinazione una realtà dura e spesso solitaria.
Nel corso degli anni, Rosella ha vissuto esperienze straordinarie: ha recuperato turisti in difficoltà, affrontato pesci enormi come siluri e lucci, e persino trovato bombe della Seconda guerra mondiale nelle reti. Proprio un incontro recente con un siluro di due metri, una specie aliena che ora domina il lago, le ha fatto capire che era il momento di lasciare.
Oggi, il Lago di Garda non è più quello che Rosella conosceva da ragazza. L’inquinamento e la proliferazione di specie come i siluri e i gamberi rossi stanno profondamente modificando l’ecosistema, rendendo difficile la vita dei pescatori e mettendo a rischio un patrimonio naturale e culturale.
Con la sua scelta, Rosella non solo chiude un capitolo personale ma segna la fine di un’epoca per il Garda, dove la pesca tradizionale rischia di sparire. La sua storia rimane un esempio di passione, coraggio e amore per il proprio territorio, e continuerà a vivere nei racconti di chi l’ha conosciuta e nei ricordi di un lago che cambia.
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