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Attualità
24.09.2025 - 12:41
Il granchio blu
Nonostante un quadro complesso e alcune difficoltà settoriali, la pesca veneta continua a dimostrare segnali di resilienza. Secondo il report “La Pesca in Veneto 2024”, realizzato dall’Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell’Acquacoltura di Veneto Agricoltura, i mercati ittici regionali hanno registrato performance positive, con un aumento sia delle quantità di prodotto venduto che dei ricavi.
Nel 2024, i sei mercati ittici del Veneto – situati a Caorle, Chioggia, Pila-Porto Tolle, Porto Viro, Scardovari e Venezia – hanno visto un aumento delle vendite di pesce locale. In totale, sono state vendute 16.881 tonnellate di pesce, con un valore complessivo di 52,6 milioni di euro, segnando una crescita del 10,2% sui volumi e un incremento dell'8% sul fatturato rispetto al 2023. I numeri positivi sono soprattutto dovuti alla crescita del pesce azzurro (+20%, con 8.057 tonnellate vendute) e del pesce bianco (+6,4%, con 4.418 tonnellate).
A guidare il mercato sono stati Pila-Porto Tolle e Chioggia, con 7.390 tonnellate e 6.607 tonnellate vendute rispettivamente, coprendo insieme quasi l’83% della produzione alieutica veneta.
Tuttavia, nonostante questi segnali positivi, il settore della pesca veneta deve fare i conti con alcune gravi difficoltà. La principale minaccia proviene dal granchio blu, che continua a devastare le zone di pesca e danneggiare le attività di venericoltura e miticoltura. Le stime indicano una contrazione significativa nella produzione di molluschi bivalve di mare: nel 2024, i due Consorzi veneti hanno prodotto solo 2.827 tonnellate, un calo del 25,6%. Inoltre, la miticoltura ha registrato una perdita del 37% rispetto all’anno precedente, mentre la venericoltura ha subito una flessione ancora più drammatica del 67,5%.
Anche l’acquacoltura ha mostrato segnali di difficoltà, con una diminuzione complessiva del 9,8% nelle imprese attive, soprattutto nel Rodigino, dove le piccole aziende hanno sofferto maggiormente l’impatto del granchio blu. Nonostante queste difficoltà, le piscicolture hanno mantenuto una certa stabilità, con un calo più contenuto dell’1%.
La flotta di pescherecci veneti, pur rimanendo stabile in termini di stazza, ha visto una lieve diminuzione (-0,5%) nel numero di unità registrate, un riflesso della tendenza nazionale di riduzione della capacità peschereccia.
Cristiano Corazzari, Assessore regionale a Caccia e Pesca, ha commentato la situazione, sottolineando la difficoltà causata dal granchio blu: «Il granchio blu sta mettendo in grave difficoltà il settore della pesca ai molluschi, con un impatto pesante sulle produzioni di acquacoltura. Tuttavia, i risultati positivi nel pesce azzurro e bianco sono segnali incoraggianti. Nonostante le sfide, la pesca veneta resta una delle più performanti della costa adriatica. La Regione sta lavorando per contrastare la diffusione del granchio blu, e siamo fiduciosi che le misure adottate porteranno a soluzioni concrete, per garantire un futuro prospero al settore».
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