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Attualità
26.09.2025 - 11:46
immagine di repertorio
Una sola bambina italiana, e poco più di una decina se si considerano anche gli alunni di seconda generazione, su un totale di 61 iscritti alla prima classe di una scuola primaria. Il dato arriva da un istituto di Mestre ed è al centro di un acceso dibattito tra famiglie, scuola e amministrazione comunale.
Diverse famiglie hanno deciso di ritirare i propri figli e iscriverli in altri plessi scolastici, segnalando difficoltà legate alla gestione della classe, in particolare sul piano linguistico. Secondo quanto riportato da alcuni genitori, la gran parte dei nuovi iscritti non parla ancora italiano in modo adeguato, rendendo difficile l’inclusione e la normale attività didattica.
La situazione coinvolge la scuola primaria Cesare Battisti, da tempo considerata un punto di riferimento per l’integrazione scolastica. Negli ultimi anni l’istituto ha accolto un numero crescente di alunni provenienti da contesti migratori, ma l’attuale composizione di alcune classi ha sollevato nuove criticità, tanto da portare il consiglio d’istituto a chiedere un confronto urgente con l’amministrazione comunale.
Anche l’assessorato alla Coesione sociale è intervenuto sul tema, sottolineando l’enorme sforzo del personale docente e richiamando il ruolo del Ministero dell’Istruzione e degli uffici scolastici territoriali nella formazione delle classi. “Con numeri di questo tipo – è stato osservato – non si può più parlare di reale integrazione. Serve un riequilibrio per garantire a tutti gli alunni un percorso scolastico efficace e inclusivo”.
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