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Elezioni regionali
26.09.2025 - 14:20
Vanessa Camani
La posizione del Partito Democratico e della consigliera Vanessa Camani è chiara: la mancata definizione del candidato presidente da parte del centrodestra sta causando un blocco istituzionale nel Veneto, con conseguenze concrete per i cittadini.
“Non siamo sorpresi: ormai è evidente che per il centrodestra il Veneto viene dopo le Marche. Prima si pensano poltrone e accordi a Roma e Ancona, poi forse arriva il nostro territorio”, ha dichiarato Camani, capogruppo del Pd a Palazzo Ferro Fini.
Secondo la consigliera, il prezzo di questa incertezza lo pagheranno i veneti: martedì prossimo il consiglio regionale discuterà il disegno di legge per autorizzare l’esercizio provvisorio del bilancio. Questo significa che la futura amministrazione dovrà partire con risorse limitate e senza la possibilità di avviare nuove politiche o investimenti, operando con la cosiddetta “gestione in dodicesimi”.
“Se si fosse votato a settembre, come avvenuto in Toscana e nelle Marche, oggi la nuova Giunta sarebbe già pienamente operativa. Cinque anni fa in Veneto le elezioni di settembre permisero di approvare il bilancio entro dicembre”, ha aggiunto Camani.
Il Pd contesta anche la scelta di Zaia di rimanere in carica qualche mese in più: “È stata una decisione dettata da logiche di convenienza personale e dai giochi di potere del centrodestra nazionale. Il risultato è una Regione paralizzata e una Giunta sempre più distante dai cittadini. A rimetterci saranno i veneti, che dovranno fare i conti con l’incertezza su lavoro e servizi”, ha sottolineato la consigliera.
Il Pd chiede che Zaia sia presente in aula martedì per assumersi le responsabilità della gestione: “Il Veneto non è una pedina nelle partite politiche della destra. È una comunità che merita rispetto, programmazione e futuro”, ha concluso Camani.
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