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Crisi agricola
26.09.2025 - 15:30
Foto della manifestazione
Oltre 1500 agricoltori, tra cui più di 350 provenienti dalla provincia di Padova, hanno sfilato oggi nel centro di Rovigo per dire basta ai “trafficanti di grano” e denunciare il crollo dei prezzi dei cereali, che costringe le aziende a lavorare in perdita. La manifestazione, organizzata da Coldiretti Veneto, ha visto la partecipazione di giovani e imprenditori del territorio, uniti nel chiedere interventi concreti per difendere il grano italiano.
A guidare la delegazione padovana sono stati il presidente di Coldiretti Padova Roberto Lorin e il direttore Carlo Belotti. Tra i partecipanti anche Silvia Breda di Conselve, giovane agricoltrice che ha sottolineato come il mais e il frumento stiano scendendo sotto i costi di produzione: “Con questi prezzi lavoriamo in perdita – racconta – e rischiamo di compromettere il futuro delle aziende familiari. Servono contratti di filiera che proteggano il nostro lavoro e impediscano speculazioni”.
Secondo Lorin, il grano duro oggi viene pagato appena 28 euro al quintale, mentre i cereali importati dall’estero, come quelli dal Canada, raggiungono quotazioni più alte. “Serve rispettare la legge contro le pratiche sleali, superare le borse merci locali con una Commissione Unica Nazionale e dare più strumenti agli agricoltori per difendere il reddito”, spiega il presidente di Coldiretti Padova.
La protesta fa parte di un’azione nazionale che ha coinvolto città da Bari a Palermo, da Cagliari a Firenze, con cartelli, sacchi vuoti con il tricolore e cori a sostegno del grano italiano. Durante la manifestazione a Rovigo, una delegazione di Coldiretti ha consegnato al Prefetto un documento con sette richieste chiave, tra cui: istituire subito la Commissione Unica Nazionale, aumentare i fondi per i contratti di filiera, bloccare le importazioni sleali e garantire maggiore trasparenza sui costi di produzione.
Tra gli interventi durante la manifestazione, anche quello di Carlo Salvan, presidente regionale Coldiretti Veneto:
I dati veneti confermano la difficoltà del settore: a Padova la superficie coltivata a mais è la più alta della regione con 25mila ettari, ma la produzione è calata del 10% e i prezzi sono scesi sotto i 17 euro al quintale. Il frumento tenero ha subito una riduzione del 23% della superficie e un calo di produzione del 31%, mentre il grano duro continua a essere sotto i 30 euro al quintale. Anche la soia e l’orzo hanno visto cali di prezzo, nonostante buone rese produttive.
Imprenditori come Massimo Bressan di Borgo Veneto sottolineano che difendere il grano veneto significa proteggere la sicurezza alimentare e il futuro delle aziende locali. Coldiretti ribadisce: senza interventi concreti, il rischio è che sempre più aziende chiudano, con conseguenze pesanti per l’economia agricola del Veneto.
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