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Nuove droghe sintetiche tra i giovani: cresce la preoccupazione nella Marca

Il Coordinamento Nazionale Docenti per i Diritti Umani richiama l’attenzione su un fenomeno che va oltre la sicurezza urbana

Foto di repertorio

Foto di repertorio

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) ha espresso seria preoccupazione per la crescente diffusione di aggressioni tra giovani, fenomeno recentemente associato all’uso di nuove sostanze psicoattive.

Secondo il comandante Stefano Mazzanti, le dinamiche della microcriminalità giovanile stanno cambiando: dalle droghe “tradizionali”, che provocavano apatia e marginalità, si è passati a sostanze sintetiche capaci di aumentare impulsività, aggressività e alterazioni percettive. Questo scenario, evidenzia il CNDDU, non rappresenta solo un problema di sicurezza, ma segnala fragilità psicosociale diffusa che intreccia fattori neurobiologici, relazionali e culturali.

L’uso di catinoni e cannabinoidi sintetici agisce su circuiti cerebrali legati al controllo degli impulsi e alla regolazione emotiva, incrementando la probabilità di comportamenti violenti e rischiosi. Per questo motivo, il CNDDU sottolinea come un approccio esclusivamente repressivo sia insufficiente, auspicando strategie integrate che uniscano prevenzione scientifica, intervento educativo e supporto psicologico mirato.

La scuola è indicata come attore strategico: non si tratta solo di informare sui rischi delle droghe, ma di sviluppare competenze socio-emotive, resilienza e pensiero critico, fornendo strumenti concreti per gestire conflitti e frustrazione. Fondamentale anche l’alfabetizzazione digitale, per affrontare la diffusione delle sostanze tramite social network, messaggistica criptata e transazioni in criptovaluta.

Secondo il CNDDU, la collaborazione tra istituzioni, famiglie, forze dell’ordine e servizi socio-sanitari è essenziale per costruire percorsi di prevenzione scientificamente fondati e culturalmente pertinenti. La scuola può diventare spazio di osservazione, analisi comportamentale e mediazione sociale, mentre i media devono comunicare con rigore scientifico per evitare sensazionalismi o stigma.

In conclusione, il CNDDU invita a considerare la violenza legata alle nuove droghe non come un fenomeno circoscritto, ma come un segnale di allarme sociale che richiede risposte integrate, tempestive e visibili, affinché le nuove generazioni non restino spettatrici passive di minacce alla sicurezza e ai diritti fondamentali.

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